Una maxi inchiesta su una presunta frode fiscale per milioni di euro di Iva non versati. Nelle scorse ore, i finanzieri della Compagnia di Otranto hanno effettuato oltre 50 perquisizioni in appartamenti, aziende, depositi, in diverse località salentine, tra cui Galatina, San Cesario, Castrignano dei Greci, Seclì. I militari hanno sequestrato documenti bancari, computer, smartphone, computer, tablet che saranno attentamente esaminati nei prossimi mesi. Sono così stati iscritti nel registro degli indagati dal procuratore aggiunto Antonio De Donno, trenta nominativi.
Risponderebbero, in diversa misura ed a vario titolo, dell’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Tra questi compaiono diversi elementi della "famiglia "Coluccia" di Galatina. Mario Coluccia, 33 anni, titolare del “Centro Affari Ingrosso” con sede centrale a San Cesario; Antony Coluccia, (figlio di Antonio, capo storico del clan dell'omonimo clan della Scu). Non solo, ci sono anche diversi imprenditori, attivi nel settore di vendita dei prodotti per la casa. Ad esempio, Enrico Serafini che pochi mesi fa, è stato condannato a 4 anni di reclusione dal collegio della seconda sezione penale. Egli è stato ritenuto colpevole dei reati di bancarotta fraudolenta e documentale aggravata per avere occultato la somma di circa 300mila euro, della propria ditta individuale di prodotti per la casa. Essa fu dichiarata fallita dal Tribunale di Lecce nell'anno 2010.
Altro personaggio di spicco dell'inchiesta, l’iraniano naturalizzato salentino Alì Farhangi. Egli è ritenuto vicino ai Coluccia ed è accusato di aver effettuato bonifici alle aziende fornitrici di beni.I vari indagati sono difesi , tra gli altri , dagli avvocati Lugi Rella, Luigi Greco ed Antonio Savoia. Il raggiro ai danni del fisco consisteva, anzitutto, nel rilascio di false attestazioni di acquisto di merce da parte di aziende locali, ad un grossista estero.Quest'ultimo, visto che fuori dai confini italiani non si paga l'imposta sul valore aggiunto, avrebbe emesso fatture senza applicare l'IVA. Quest'escamotage, avrebbe poi dato il via, ad un articolato circolo vizioso di documenti e fatture, tra l'Italia e i Paesi stranieri.
