
Finisce sotto processo un medico per una presunta truffa all’Asl, con i permessi per l’esercizio di attività sindacale.
Al termine dell’udienza preliminare, nella giornata di oggi, il gup Giulia Proto ha rinviato a giudizio G.M., 60enne di Melendugno. Il processo si aprirà il 7 dicembre dinanzi al giudice monocratico. L’imputato che non ha fatto richiesta di riti alternativi, risponde delle ipotesi di reato di truffa aggravata e falsità ideologica. Il medico, che ritiene di avere agito correttamente, potrà difendersi dalle accuse nel corso del dibattimento, difeso dagli avvocati Giuseppe Corleto e Pietro Nicolardi.
Intanto, l’Asl si è già costituita parte civile con l’avvocato Alfredo Cacciapaglia, nel corso dell’udienza preliminare.
Le indagini sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economica Finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce che hanno effettuato una serie di riscontri, dopo avere acquisito una corposa documentazione.
I fatti si sarebbero verificati tra novembre del 2018 e maggio del 2019.
Il “camice bianco” risponde dell’ipotesi di reato di truffa, in relazione a cinque episodi, poiché, secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Massimiliano Carducci, si sarebbe procurato in qualità di medico in regime di convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, l’ingiusto profitto complessivo di 11.253,60 euro, che venivano accreditati, attraverso bonifico, sul proprio conto corrente. In che modo? Secondo l’ipotesi accusatoria, attraverso l’indebita retribuzione di 900 ore di permesso per l’esercizio di attività sindacale, ben oltre il numero massimo autorizzato dalla Regione Puglia (340 per il 2018 e 320 per il 2019). E avrebbe indotto in errore l’Asl, attestando falsamente di aver fruito della sostituzione di un altro medico, per gli anni 2018 e 2019.
Secondo la tesi accusatoria, infatti, G.M. avrebbe espletato attività per conto di una società cooperativa del Nord Italia, presso diversi presidi ospedalieri, senza comunicare la propria condizione d’incompatibilità, essendone socio-lavoratore dal 30 settembre del 2018.
Ed è accusato anche di avere attestato il falso, in cinque circostanze, quale pubblico ufficiale, al fine conseguire il reato di truffa, dichiarando alla Asl di essere stato sostituito da un altro medico per motivi sindacali, mentre, svolgeva attività lavorativa a favore della suddetta società cooperativa.
Tali accuse come detto dovranno essere vagliate nel corso del processo con rito ordinario.