Continua con l’esame di altri testi del pubblico ministero, il processo “Favori e giustizia”. Dinanzi ai giudici in composizione collegiale del Tribunale di Potenza, era previsto, in mattinata, anche l’ascolto dell’avvocatessa. Assistita dal legale Stefano Prontera, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, poiché la sentenza di condanna a suo carico, non è ancora passata in giudicato.
La donna, ricordiamo, nei mesi scorsi ha patteggiato la pena di due anni e otto mesi. L’avvocatessa era accusata di essersi ‘concessa’ al pubblico ministero Emilio Arnesano, in cambio di favori personali e aiuti giudiziari.
Nella giornata odierna, sono stati ascoltati alcuni componenti, all’epoca dei fatti, della commissione di esame per avvocato. Hanno negato di avere ricevuto sollecitazioni da parte del legale Mario Ciardo, per “raccomandare” l’aspirante avvocatessa dopo l’intermediazione del pm Emilio Arnesano.
Giovedì prossimo, invece, verrà sentito, in qualità di teste del pm Veronica Calcagno, il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone. Quest’ultima segnalò al Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris, alcuni comportamenti poco trasparenti del magistrato Emilio Arnesano, quand’era ancora in carica al Tribunale di Lecce. Ad esempio, si sarebbe impegnato personalmente, quale pm di udienza, in una strategia processuale tesa a fare ottenere l’assoluzione dal reato di peculato a Naracci.
Sempre nella giornata del 13 giugno prossimo, è previsto l’ascolto di alcuni imputati.
Potrebbe essere sentito, tra questi, l’allora Dirigente Asl, uno dei cosiddetti “amici-medici” del pm Arnesano, che avrebbe usufruito di aiuti giudiziari, in cambio dei favori personali concessi al magistrato.
Le accuse a carico dei nove imputati del processo “Favori e giustizia”, sono a vario titolo ed in diversa misura: corruzione in atti giudiziari; induzione a dare o promettere utilità a pubblici ufficiali e abuso d’ufficio.
