Finiscono sotto processo, i due giovani accusati del rogo divampato in una palazzina del quartiere Rudiae-Ferrovia.
Si tratta di G.M., studente universitario di Taranto ed E.C. assistente sociale di Lecce, entrambi 29enni. Rispondono dell’accusa di incendio colposo.
Entrambi sono stati rinviati a giudizio dal gup Edoardo D’Ambrosio e dovranno presentarsi il 19 febbraio del 2019, dinanzi al giudice monocratico per l’inizio del processo. Sono assistiti dagli avvocati Tommaso Stefanizzo ed Ester Nemola.
Invece, nell’udienza preliminare odierna, alcuni condomini che hanno subito il danneggiamento dell’abitazione, si sono costituiti parte civile.
I fatti
L’incendio si verificò il 31 agosto dello scorso anno, intorno alle ore 24, in via Mario a Lecce, una strada perpendicolare di via Rudiae.
I due giovani (la ragazza era ospite dello studente) si trovavano nell’appartamento al terzo piano.
Improvvisamente è scoppiato un rogo. Immediato è scattato l’allarme ai Vigili del Fuoco del vicino Comando Provinciale, giunti sul posto accompagnati da alcuni mezzi del 118 e dagli agenti della Polizia di Stato.
All’origine dell’incendio, così come ricostruito dal pubblico Ministero Francesca Miglietta, ci sarebbe stata l’accensione di alcune candele da parte dei ragazzi. Gli affittuari sarebbero infatti risultati morosi e si sarebbero visti staccata la corrente elettrica dall’Enel. I due giovani, quindi, si sarebbero industriati con una soluzione di fortuna piazzando una quindicina di candele sparse per casa. Una volta andati a dormire, sarebbero stati svegliati dalla puzza di fumo che nel frattempo stava invadendo l’appartamento.
Un anziano sarebbe rimasto lievemente intossicato e trasportato, per questo, presso in ospedale per le cure del caso, mentre ingenti sono stati i danni materiali riportati. Alla fine della conta dei danneggiamenti, quattro appartamenti sono stati dichiarati inagibili. Venne, infatti, eseguita una maxi consulenza tecnica, per accertare le cause del vasto incendio.
