Erano accusati di truffa nei confronti della Regione Puglia ed oggi è stato ascoltato un importante testimone. È, infatti, comparso in aula come teste dell'accusa l'attore Domenico De Pasquale detto "Mingo".
L’inchiesta venne avviata dopo il servizio andato in onda sul tg satirico “Striscia La Notizia”. Mingo ha sottolineato di avere partecipato soltanto al montaggio e di non essere stato presente, quando venne girato il video. Ha parlato della "scrematura" che viene effettuata e di rammentare vagamente quanto visto, pur ricordando come il servizio trattasse l'argomento dei badge. Il filmato, ha continuato Mingo, è stato realizzato con la telecamera nascosta dai cosiddetti "ganci", attraverso un lungo piano sequenza.
Nella prossima udienza del 26 maggio verrà visionato in aula il filmato "incriminato" (esisterebbe soltanto il montaggio ottenuto e non la versione originaria) e ascoltati altri testi di accusa e difesa. Innanzi al giudice della prima sezione monocratica Silvia Minerva, è stato poi sentito il maresciallo della Guardia di Finanza che ha condotto le indagini come teste dell'accusa. L'uomo ha affermato di avere visionato dei filmati (acquisiti nel corso delle indagini) in cui si vedono alcuni imputati che timbrano il badge ed escono fuori dal palazzo ed altri che si allontanano dal luogo di lavoro.
Il processo vede imputati: Claudio Ingrosso, 52 anni di Lizzanello, dipendente presso il Servizio Urbanistica; la 34enne Lucia Montinaro di Caprarica di Lecce, dipendente presso il Servizio Agricoltura; Maria Addolorata Stefano, 63 anni di San Donato di Lecce, applicata negli uffici del Servizio Provvedimento Economato e Sergio Oliveti, 61enne di Gallipoli, dipendente presso il Servizio Agricoltura. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Luigi Rella, Viola Messa, Barbara Fontò e Fabrizio Ferilli.
Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza e coordinata dal sostituto procuratore Francesca Miglietta, (in udienza il vpo Antonio Zito) gli imputati avrebbero abbandonato il proprio posto di lavoro “dimenticando” di segnalare il periodo di assenza ed attestando falsamente la propria presenza a lavoro, attraverso la timbratura della scheda magnetica. Gli episodi, che si sarebbero verificati nel febbraio 2013, avrebbero procurato un rilevante danno all’ente regionale, rimasto sguarnito della corrispondente unità lavorativa per diversi giorni e con potenziali disagi per l’utenza.
Invece, per altri tre imputati è arrivata l'assoluzione nel processo con il rito abbreviato celebratosi dinanzi al gup Simona Panzera. I tre presunti assenteisti Anna Maria Giovannelli, 53 anni, di Lecce, dipendente presso il Servizio Attività Economiche Consumatori, Anna Tonia Pepe, 56 anni, di Galatone, in servizio alle Attività Economiche Consumatori, entrambi difesi dall'avvocato Alessandro Caggia e Angela Libertini, 44 anni, residente a Lecce, in servizio all’ufficio Servizio Scuola, Università e Ricerca. Tutti sono stati assolti dall'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato "perché il fatto non costituisce reato", ma anche "considerando la lieve entità del danno procurato".
