
Tre persone finiscono sotto processo per avere utilizzato dei finti buoni spesa destinati alle famiglie in difficoltà.
Il gup Sergio Tosi, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio: Savio Attanasio, leccese di 49 anni; Giuseppe Bolognese, 49 anni di Lecce. Il processo si aprirà nei prossimi mesi, dinanzi al giudice monocratico.
Invece, Claudio Reho, 46 anni residente a Matino, ha chiesto ed ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato. Il processo è fissato l’11 marzo del 2022.
Rispondono dei reati di: ricettazione, truffa e sostituzione di persona, tutti reati continuati. Bolognese risponde anche di detenzione di munizionamento di arma comune da sparo, essendo stato trovato in possesso di 5 proiettili calibro 6.35. Il gup ha invece escluso il reato di falsificazione e spendita di moneta falsa.
L’indagine è stata condotta dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce, diretti dal Vicequestore Alessandro Albini e coordinata dal pm Donatina Buffelli.
Tutto è cominciato dalla segnalazione del responsabile del settore Welfare del Comune di Lecce e, soprattutto, dalla denuncia dei gestori di alcuni esercizi commerciali che avevano ‘scoperto’ alcuni buoni spesa emessi per l’emergenza Covid19 dal Comune di Lecce rigorosamente falsi.
In particolare, secondo l’accusa, nel mese di maggio del 2020, utilizzando ticket contraffatti del valore di 10 euro ciascuno, i tre avrebbero acquistato beni alimentari presso vari supermercati di Lecce, utilizzando i documenti di persone estranee.
A carico dei tre, sono state avviate immediatamente perquisizioni domiciliari che hanno consentito di recuperare diverse decine di buoni spesa falsi del valore di alcune migliaia di euro.