Rimase folgorato per un infortunio sul lavoro, indagati quattro responsabili dell’Enel di Casarano

L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore, dr.ssa Paola Guglielmi avrebbe riscontrato un’inosservanza delle norme di sicurezza sul lavoro che avrebbe cagionato, nel marzo 2014, lesioni gravi ad un operaio elettricista, consistite in trauma cranico commotivo.

Sono giunte a conclusione, le indagini preliminari riguardanti l'infortunio sul lavoro di un operaio del Gruppo Operativo di Casarano di Enel Distribuzione s.p.a., a causa del quale, quattro persone risultano iscritte nel registro degli indagati per "inosservanza delle norme di sicurezza sul lavoro". L'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore, dr.ssa Paola Guglielmi coinvolgerebbe il 50enne Giuseppe Manfreda di Alliste, in qualità di preposto; il 53enne Roberto Zanchi di Treviso, responsabile dell'area Puglia e Basilicata; la 35enne Enrica Irene Sanguedolce di Cosenza, responsabile della zona di Maglie con delega in materia di sicurezza; il 55enne di Bari, Giuseppe Marra, in qualità di responsabile in materia di sicurezza dell'area Puglia e Basilicata, accusati di avere "con cooperazioni di condotte colpose" dettate da negligenza, imprudenza, imperizia, cagionato lesioni gravi a Giovanni Aredano, consistite in trauma cranico commotivo e ustioni di secondo grado.

L'episodio risale al 20 marzo 2014, quando l'operaio elettricista del gruppo Enel di Casarano, stava effettuando un intervento di riparazione, dopo avere accumulato ben 16 ore di lavoro nelle ultime 24. Egli si trovava presso la cella di media tensione Sm Collepasso (che aveva saracinesca di protezione abbassata e dunque chiusa), assieme al preposto Manfreda e ad altri due operai, dove era impegnato nella lubrificazione di interruttori e terminali; a un certo punto Aredano si sporgeva all'interno della cella Sm Parabita, (con la saracinesca alzata ed in questo caso aperta), per eseguire le medesime operazioni di prima, avvicinandosi con la mano destra ad uno dei terminali d'uscita in tensione.

L'azione provocava l'immediata folgorazione dell'uomo che cadeva subito al suolo. Il conseguente ricovero ospedaliero dell'operaio e i successivi accertamenti richiesero un trattamento chirurgico ricostruttivo ed un periodo d'invalidità di 51 giorni. Secondo il sostituto procuratore Guglielmi, dunque, la folgorazione di Aredano era "diretta conseguenza del mancato adeguamento dei sistemi di sicurezza delle celle alle evoluzioni tecnologiche" (ciò avrebbe impedito l'accesso ai terminali interni,  se non previa la loro messa in sicurezza).

Gli inquirenti, inoltre, avrebbero riscontrato un'assenza di idonea cartellonistica con divieti. Non ci sarebbe stata, infine, da parte delle persone addette, una stretta vigilanza sull'osservanza delle norme di sicurezza; adeguate istruzioni per le zone a rischio e una corretta valutazione dei rischi.  



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