Spedizione punitiva per un furto. Per un imputato, dopo l’assoluzione, arriva anche il risarcimento per ingiusta detenzione

Venne confuso con il fratello, nell’inchiesta sulla spedizione punitiva del settembre 2018, tra Carmiano e Salice Salentino.

Prima l’assoluzione in Appello e poi un risarcimento di oltre 80mila euro per Ivan Petrelli, 46enne di Carmiano, arrestato e finito tra i domiciliari e il carcere per 15 mesi, per un errore di persona. Venne confuso con il fratello, nell’inchiesta sulla spedizione punitiva del settembre 2018, tra Carmiano e Salice Salentino, per un presunto furto.

La Corte d’Appello di Lecce ha accolto l’istanza di risarcimento per ingiusta detenzione, avanzata dai suoi legali, gli avvocati Paolo Spalluto ed Arturo Balzani.

In virtù di questa sentenza, il Ministero dell’ Economia e delle Finanze dovrà risarcirlo con la somma di 80.414,65 euro.

Va detto che la Procura Generale ha chiesto l’inammissibilità del ricorso per ingiusta detenzione.

A margine della decisione della Corte di Appello, l’avvocato Spalluto ha dichiarato: «Il provvedimento attesta-aprendo una breccia importante nella giurisprudenza del nostro distretto – e ne siamo felici come difensori – che il
silenzio all’interrogatorio è un diritto, non una colpa. Attesta anche, come sostenuto dalla difesa, che il mendacio e le frequentazioni ambigue non sono ostative al riconoscimento dell’ingiusta detenzione».

La Corte di Assise d’Appello, nel dicembre del 2020, aveva assolto Ivan Petrelli, con formula piena, “per non aver commesso il fatto”, condannando invece gli altri cinque imputati. L’assoluzione, nel frattempo è diventata definitiva.

Ivan Petrelli era stato condannato in primo grado alla pena di 11 anni. Ricordiamo che durante il processo in Corte d’Assise, si verificò un colpo di scena. Si tenne in aula una ricognizione di persona per stabilire l’eventuale responsabilità dell’imputato nel grave fatto di sangue. Vennero ascoltati alcuni testimoni e due di essi affermarono la sua estraneità ai fatti. Lo stesso imputato affermò in aula di non essere responsabile delle accuse. Secondo quanto emerso nel corso di varie udienze, sarebbe stato confuso dalle vittime con il fratello (la posizione di quest’ ultimo venne archiviata).

Va detto che il 16 ottobre del 2018, nel corso dell’operazione “I Soliti Sospetti”, i carabinieri della Compagnia di Gallipoli, coadiuvati dai colleghi della tenenza di Copertino, avevano arrestato sei persone, tra cui Ivan Petrelli.

Secondo l’accusa, una banda composta da almeno nove individui era giunta in un’abitazione; picchiò il padrone di casa e un suo amico; poi caricò in macchina le due vittime, portandole in una località di campagna a Salice Salentino e massacrandole di botte.

Il gruppo di aggressori era convinto che i due avessero rubato, il giorno prima, in casa del padre di uno di essi (8.000 euro, tra soldi e gioielli).

Successivamente per un imputato, dopo l ‘assoluzione in Appello, è arrivato anche il risarcimento per ingiusta detenzione