
Le due ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state dichiarate inefficaci e così il boss Antonio Pellegrino tornerà libero nelle prossime ore.
Il Tribunale del Riesame ha accolto, difatti, la richiesta dell’avvocato Elvia Belmonte, di scarcerazione del proprio assistito. Il difensore del 41enne di Squinzano detenuto nel carcere di Ancona, in merito al ruolo rivestito nelle operazioni Vortice Dèjà-vu e White Butcher, aveva presentato un ricorso al Tribunale del Riesame in cui chiedeva l’inefficacia della misura della custodia cautelare in carcere per il suo assistito, "appellandosi"ad una recente pronuncia della Corte Suprema.
L'avvocato Belmonte difatti, già il 15 giugno scorso aveva depositato un’istanza di riesame contro l’ordinanza White Butcher del marzo scorso e gli atti venivano ricevuti dalla cancelleria il giorno 20 giugno. Nel corso dell’udienza camerale del 26 giugno, la difesa sollevava una questione di costituzionalità, relativa all'impossibilità da parte di Antonio Pellegrino di poter partecipare ad un procedimento in udienza pubblica, accolta dai giudici del Riesame, che ordinavano la rimessione degli atti alla Consulta. Si arrivava così alla data del 30 giugno, senza che venisse adottata alcuna decisione in merito alla questione della custodia cautelare di Pellegrino.
L'avvocato Belmonte, dunque, sollevava la questione dell’inefficacia della misura cautelare, poiché sosteneva che "il termine di dieci giorni previsto dall'art. 309 del Codice di Procedura Penale per la decisione del Tribunale del riesame è perentorio, giacché, trascorso infruttuosamente il giorno finale in esso previsto, consegue automaticamente l'effetto della perdita di efficacia della misura coercitiva impugnata.
Ricordiamo che Antonio Pellegrino, latitante da sei mesi, venne arrestato il 24 maggio in Ungheria, a Nagylak, presso il posto di frontiera con la Romania. Per lui fu fatale un vistoso tatuaggio sul collo, che fece sì che il personale intervenuto lo riconoscesse immediatamente. L'uomo aveva addosso la somma di 25.000 euro in contanti. Per lui dopo l'arresto in Ungheria, venne ultimata la procedura di estradizione che lo riportò in Italia. Pellegrino, in merito all’indagine “Vortice Dèjà-vu” del 2008 e White Butcher, coordinate dal Sostituto Procuratore Antimafia Guglielmo Cataldi, rispondeva dei reati di "partecipazione mafiosa" con un ruolo di spicco e traffico di droga aggravato dalla transnazionalità.