Mostra alla Polizia documenti falsi, ma viene tradito dal tatuaggio. Arrestato latitante sfuggito all’operazione ‘Vortice Deja Vu’

L’uomo era riuscito a sottrarsi alla cattura lo scorso novembre nell’ambito dell’importante operazione. È stato fermato in Ungheria al posto di frontiera con la Romania. Aveva con sé 25mila euro in contanti. Importante la cooperazione tra Forze dell’Ordine Internazionali.

Era sfuggito nel novembre 2014 all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’operazione “Vortice – Deja Vu”, condotta dai Carabinieri del R.O.S. e dal Comando Provinciale di Lecce ed era stato colpito da mandato di arresto europeo in quanto indagato per associazione mafiosa, traffico internazionale di stupefacenti, abuso d’ufficio ed altri reati.

Nella giornata di oggi, in Ungheria, a Nagylak, presso il posto di frontiera con la Romania, alle ore 13.00 circa, la Polizia Ungherese, in coordinamento operativo con i militari del Raggruppamento Operativo Speciale e con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, ha arrestato, ponendo fine alla sua latitanza, Antonio Pellegrino, nato a Squinzano in provincia di Lecce il 7 novembre 1974, capo dell’omonimo clan della frangia leccese della Sacra Corona Unita

Per lui è stato fatale un vistoso tatuaggio sul collo che ha fatto sì che il personale intervenuto lo riconoscesse immediatamente, l’esame successivo delle impronte digitali ha poi confermato la sua identità, nonostante avesse esibito documenti falsi.

L’arresto è scaturito dalle attività investigative finalizzate alla cattura svolte dal R.O.S., in collaborazione con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e con le Forze di Polizia Europee collaterali. Ed è stata proprio l’attivazione degli uffici collaterali di polizia che ha consentito di fermare l’uomo presso il posto di frontiera, in possesso dei documenti falsificati, nonché di 25.000 euro in contanti.

Il latitante era anche ricercato a seguito dell’Operazione White Butcher condotta dalla Guardia di Finanza per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.