Controlli serrati a tutela del lavoro, scoperti 11 lavoratori in nero e 48 irregolari

Inoltre è stata sospesa l’attiva per tre imprese edili. Comminate sanzioni per circa 50mila euro e  ammende per circa 160mila.

Nella settimana appena trascorsa, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Lecce, insieme ai colleghi del Nucleo Operativo del Gruppo Tutela Lavoro di Napoli, del Comando provinciale del capoluogo e agli ispettori del lavoro del Itl di Lecce, sono stati impegnati in una serie di servizi disposti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

I controlli serrati, finalizzati alla tutela della salute e sicurezza sugli ambienti lavorativi e a impedire lo sfruttamento, hanno portato all’identificazione di 32 aziende, di cui 22 edili e 10 agricole.

Nello specifico, le irregolarità riscontrate sono state: a Nardò sono state rilevate 12 imprese edili che avevano occupato 7 lavoratori in nero, per due delle quali è scattato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale.

Ad Ugento in località Torre mozza, sono state ispezionate 2 imprese edili e riscontrate numerose violazioni in materia di sicurezza e specificatamente la mancanza di parapetti.

A Lecce sono state verificate 8 imprese edili una delle quali aveva occupato 4 lavoratori in nero; anche qui si è proceduto alla sospensione dell’attività.

Le multe hanno riguardato le inosservanze sulla mancata sorveglianza sanitaria, mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale, mancata formazione e informazione sui rischi presenti sul luogo di lavoro, inoltre, sono state contestate violazioni a 3 coordinatori per la sicurezza per omessa vigilanza sul cantiere.

Infine, tra Nardò e Copertino sono state controllate 10 aziende agricole, anche qui sono state riscontrate numerose infrazioni in materia di prevenzione dei rischi “per non aver sottoposto alla sorveglianza sanitaria i lavoratori dipendenti”.

In totale sono stati controllati 132 lavoratori di cui 11 in nero e 48 irregolari.

Comminate sanzioni amministrative per circa 50mila euro e 32 ammende per circa 160mila euro.

Nei giorni scorsi il Nil ha scoperto un imprenditore che per oltre 2 anni ha preteso dai dipendenti la restituzione di parte della retribuzione che versava con bonifico sul conto corrente. Due di loro hanno avuto la forza di denunciare e sono così scattate le indagini concluse con il deferimento All’Autorità Giudiziaria per il reato di estorsione.



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