Sentenze pilotate e mazzette per motivi “sentimentali”? Chiesta condanna per giudice onorario, cancelliere e imprenditore

Il pm, nel corso della discussione con rito abbreviato, ha invocato complessivamente la pena di 10 anni per i tre imputati

La Procura chiede la condanna di tre imputati nell’ambito dell’inchiesta sulle sentenze pilotate, in cambio di una mazzetta, al Tribunale Civile di Lecce e che portò all’arresto di un giudice onorario. Dinanzi al gup Salvatore Pignata del Tribunale di Potenza, nel corso della discussione con il rito abbreviato, il pm ha invocato la condanna a 3 anni e 4 mesi per il got Marcella Scarciglia, 47enne di Veglie (revocata dall’incarico con provvedimento del Csm), assistita dagli avvocati Giuseppe Corleto e Stefano Prontera; 2 anni ed 8 mesi per il cancelliere Amedeo Donno, 52 anni di Sogliano Cavour (sottoposto, in precedenza, a misura interdittiva di 6 mesi), difeso dall’avvocato Ubaldo Macrì e Carlo Congedo 4 anni per l’imprenditore Franco Serra, 77enne di Gallipoli, assistito dagli avvocati Michele Lembo e Giuseppe Della Ducata.

La Scarciglia e Donno rispondono delle ipotesi di reato di concussione. Invece, lo stesso got e l’imprenditore Serra sono accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Ricordiamo che la moglie e la figlia dell’imprenditore si sono già costituite parte civile nei confronti della Scarciglia e di Serra. Sono assistite dall’avvocato Luigi Suez.

Nella prossima udienza, fissata per il 22 marzo, discuterà il collegio difensivo e successivamente è prevista la sentenza del gup.

L’inchiesta

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari porta la firma del pm Maria Cristina Gargiulo. Secondo l’accusa, il giudice avrebbe richiesto inizialmente la somma indicata di 4.500 euro a un grafologo, con la minaccia di non provvedere a nuovi incarichi e al pagamento delle precedenti spettanze. In seguito, lo avrebbe sollecitato al pagamento, attraverso numerosi messaggi e dandogli appuntamento a casa sua. Dopo la denuncia del grafologo è così scattato il “piano” per incastrarla. Il perito, in data 12 giugno del 2018, si è recato presso l’abitazione del giudice e ha finto di stare al gioco, mentre gli agenti monitoravano di nascosto tutte le fasi della consegna della “bustarella” con la somma di 1.500 euro. Conclusa la “transazione” sarebbero usciti allo scoperto, facendo scattare l’arresto in flagranza.

Il got è così finito ai domiciliari, ma successivamente, su istanza dei suoi legali, è tornata in libertà.

Per questo episodio risulta indagato anche il cancelliere Donno, in servizio all’epoca dei fatti, presso il Tribunale civile di Lecce. Secondo l’accusa, il 49enne avrebbe in qualche maniera fatto da tramite, tra il perito e il Got. In particolare, il cancelliere avrebbe veicolato le richieste della Scarciglia e dopo aver preso appuntamento con il grafologo in Tribunale, gli avrebbe prospettato pretestuosamente, l’insorgere di problemi nel pagamento di una consulenza. E poi, faceva intendere che il fascicolo sarebbe rimasto chiuso nell’armadio, invitandolo a prendere contatti con la Scarciglia (successivamente avvisata dell’incontro).

Non solo, poiché la Scarciglia, legata sentimentalmente all’imprenditore Serra, proprietario di un complesso immobiliare ad uso ristorante-pizzeria, lo avrebbe favorito in una causa civile. Il giudice, dopo avere accettato la promessa dell’imprenditore, di una compartecipazione ai proventi dell’attività, avrebbe emesso una sentenza benevola. In particolare, nel giugno del 2017, accoglieva la domanda di rilascio del suddetto complesso con condanna al pagamento dei canoni e accessori maturati e mai pagati. Tale sentenza, ritiene il pm, avrebbe però perso efficacia dopo il processo di Appello e veniva sospesa, anche per l’interessamento della stessa Scarciglia.



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