Dopo l’arresto lo scorso aprile, per lui scatta il sequestro del patrimonio di 400mila euro

Il destinatario della misura  è ritenuto un affiliato “storico” della frangia neretina della criminalità organizzata nei territori dei comuni e delle marine di Nardò e Galatone.

Nella mattinata di oggi la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento del Tribunale di Lecce finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali che operano sul territorio salentino.

L’esecuzione, svolta nell’operazione , dal personale della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile della Questura di Lecce e dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Nardò, ha riguardato una persona con ritenuta pericolosità generica e qualificata, così come emerge dai numerosi e specifici precedenti penali, confermata da recenti attività di indagine. Roberto Longo, 55enne di Nardò, destinatario della misura patrimoniale, infatti,  è ritenuto un affiliato “storico” della frangia neretina della Sacra Corona Unita, attiva nei territori dei comuni e delle marine di Nardò e Galatone.

Al termine delle indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Lecce e dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Nardò, il destinatario del provvedimento, ritenuto quale presunto “capo e promotore” di un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, è stato colpito da un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita lo scorso mese di aprile, che ne avvalora  spessore criminale ipotizzato.

 

Nei giorni scorsi, il Tribunale di Lecce – Sezione Riesame e Misure di Prevenzione – su proposta congiunta del Questore del capoluogo, Andrea Valentino e del Procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone de Castris, ha emesso un decreto di sequestro di prevenzione patrimoniale dei beni, ritenuti a lui riconducibili, sebbene formalmente intestati a terzi, che hanno vincoli di parentela.

Le indagini, sono state incentrate sulla ricostruzione del profilo criminale temporale e sull’analisi delle posizioni economico-patrimoniale del suo nucleo familiare, accertando come la persona in questione, pur non avendo formalmente dichiarato redditi sufficienti a giustificare le sue rilevanti disponibilità economiche, avrebbe accresciuto il proprio patrimonio personale ed imprenditoriale, ricorrendo anche all’intestazione di beni a congiunti.

Il sequestro, finalizzato alla successiva confisca, ha interessato tre autovetture di lusso, due attività commerciali (un bar ed un centro scommesse), un fabbricato e diversi conti correnti e depositi bancari, oltre a certificati di deposito per un valore complessivo di circa 400mila euro.

I risultato raggiunto oggi, rappresenta la continuità delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle ricchezze acquisite illecitamente e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia dell’interesse economico nazionale.