Frigole, scatta il sequestro del lido abbandonato. Per il “Panta Rei” ipotesi di occupazione abusiva

Sigilli questa mattina al “Panta Rei” di Frigole che a gennaio scorso era stato anche raggiunto dalle fiamme di un incendio.

E’ stato eseguito questa mattina, su disposizione della Procura della Repubblica del Tribunale di Lecce, il sequestro preventivo del Panta Rei Lido – Istmo Beach Club, stabilimento balneare con annessi bar e ristorante, esteso su 3,400 mq. di demanio marittimo ricadente in area SIC – sito di importanza comunitaria – a Frigole, nei pressi della darsena.

Il provvedimento è stato richiesto dal P.M. dott. Alessandro Prontera in seguito ad un’informativa del nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale, che, nel novembre 2019, aveva eseguito un primo sopralluogo, di concerto con il personale dell’Ufficio Demanio Marittimo del Settore Urbanistica.

L’indagine prende le mosse dall’attività di monitoraggio del litorale leccese intrapresa dall’Amministrazione comunale nel 2018, anno in cui il rappresentante legale della società leccese, concessionaria dell’area demaniale dal 2014, veniva raggiunto da un’ordinanza di rimozione del lido perché privo di permesso di costruire.

La relazione tecnica seguita ad un successivo sopralluogo dello scorso marzo ha accertato il pessimo stato di conservazione dello stabilimento, a causa dell’incuria e dell’abbandono in cui versano le cinque strutture di legno e ferro che lo compongono, tutte saldamente ancorate al suolo attraverso manufatti in cemento interrati nella sabbia, sormontati da un’intelaiatura in metallo. Parimenti interrati nella sabbia risultano essere gli impianti idrico, elettrico e fognario con le relative fosse imhoff.

Al momento dell’apposizione dei sigilli gli agenti hanno verificato la presenza sul posto delle macerie causate l’incendio che colpì il chiosco che ospitava il bar e i servizi igienici divampato lo scorso 1° gennaio.

Ricadendo la costruzione in un’area SIC, soggetta a vincolo paesaggistico e idrogeologico, il titolare del lido risponderà di quattro ipotesi di reato: deturpazione delle bellezze naturali, occupazione abusiva di area demaniale, mantenimento di un’opera priva di titolo autorizzativo in area sottoposta a vincoli ed, infine, il reato previsto all’ art. 181 del codice dei beni culturali e del paesaggio.

In merito alla vicenda l’Assessora all’Urbanistica Rita Miglietta nel ringraziare del proficuo lavoro svolto congiuntamente dalla Polizia Locale e dagli uffici del settore urbanistica dichiara: “L’augurio è che si possa presto restituire gli arenili aggrediti dall’inosservanza delle autorizzazioni ottenute e del rispetto delle regole e che la stagione della noncuranza e dell’egoismo finisca definitivamente a vantaggio di tutti e verso la diffusione delle buone pratiche legate agli usi demaniali che siamo impegnati a promuovere con sempre maggiore forza. Ancora di più oggi, che siamo di fronte alla sfida che deve vedere impresa balneare e amministrazione collaborare nella salvaguardia di un bene che rischia la sua riproducibilità: le nostre spiagge.”



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