La storia di Settimio Passamonti, ucciso dopo lo sgombero dell’Università occupata

Settimio Passamonti fu ucciso durante una manifestazione scoppiata dopo lo sgomberò l’Università “La Sapienza” di Roma, occupata dagli studenti dell’Autonomia Operaia. Era il 21 aprile 1977

L’omicidio di Settimio Passamonti è la storia di un ragazzo in divisa ucciso negli anni di piombo, un periodo ‘buio’ della storia che macchiò di sangue l’Italia e le strade di San Lorenzo che quel 21 aprile 1977 fecero da culla al corpo senza vita dell’allievo sottufficiale, raggiunto da due proiettili durante gli scontri scoppiati dopo lo sgombero dell’Università occupata. Passamonti era uno dei tanti agenti intervenuti per impedire che la manifestazione degenerasse in tragedia.

Quella mattina, dopo una lunga assemblea, quattro facoltà della Sapienza di Roma furono occupate dagli studenti. Il rettore chiese l’intervento delle forze dell’ordine, che sgomberano l’Università, senza incidenti.

Lo scontro scoppiò pochi minuti dopo, quando alcuni giovani dell’Autonomia Operaia assaltarono un autobus di linea. Il bus abbandonato dai suoi occupanti era stato usato per creare una sorta di barricata. Il fumo dei lacrimogeni riempie le strade mentre volano molotov, bottiglie incendiarie usate dal gruppo di manifestanti. Nella confusione generale, si sentono alcuni colpi di arma da fuoco. Una chiazza di sangue fa capire che un agente era rimasto ferito. A premere il grilletto era stato un giovane vestito di nero, appostato dietro una “Cinquecento” azzurra.

Il corpo adagiato sulla strada era quello di Settimio Passamonti, ultimo di sette figli. Aveva lasciato Mosciano Sant’Angelo, un piccolo centro in provincia di Teramo per arruolarsi. Un modo per aiutare la famiglia, ma anche per costruirsi un futuro. Come tanti giovani mandava quasi tutto lo stipendio per garantire alla madre e ai fratelli più piccoli un’esistenza dignitosa. Ma casa lo aspetta anche una fidanzata. Hanno in programma di sposarsi a dicembre, ma il sogno viene infranto da due colpi di pistola.

I colleghi provarono a salvargli la vita, caricando il corpo del giovane poliziotto per portarlo al sicuro, dietro una vettura. C’è una foto in bianco e nero

L’agente perse la vita, altri colleghi rimasero feriti. Anche una giornalista americana, Patricia Barnie, che si era avvicinata ai cancelli dell’ateneo per assistere a un’assemblea improvvisata, era stata colpita alla gamba da un proiettile esploso da un gruppo di autonomi che non avevano “gradito” la sua presenza: si guadagnerà una prognosi di 60 giorni, salvo complicazioni.

durante la notte, una mano rimasta anonima scriverà con lo spray ”Qui è caduto un carrubo, il compagno Lorusso è vendicato!”. Lì dove c’era la chiazza di sangue del ragazzo deceduto.

“Deve finire il tempo dei figli dei contadini meridionali uccisi dai figli della borghesia romana” disse Francesco Cossiga, allora ministro dell’interno, quando annunciò la volontà del governo di vietare tutte le manifestazioni nel Lazio per un mese.

Il ragazzo vestito di nero che da dietro una Fiat 500 azzurra uccise Passamonti, non fu mai identificato. L’assassinio del giovane poliziotto rimase impunito.



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