Avrebbero simulato un furto all'interno di un laboratorio artigianale specializzato nella riparazioni di orologi, per ottenere il risarcimento dall'assicurazione.
Il giudice monocratico Silvia Minerva ha assolto "perché il fatto non sussiste" G. T. 53 anni di Maglie e G. D. N., 36enne di Casarano. I due soci rispondevano dell'ipotesi accusatoria di "tentato fraudolento danneggiamento dei beni assicurati". Il solo G. T. era accusato anche di "simulazione di reato". In precedenza, il vpo d'udienza Maria Ligorio ha invocato la condanna a 1 anno e 6 mesi per G. T. ed 1 anno per G.D.N.
Secondo l'accusa, G.T. avrebbe presentato denuncia contro ignoti il 6 novembre del 2013, presso i carabinieri della Compagnia di Casarano, in merito al furto di alcuni macchinari situati all'interno del centro assistenza specializzato nella riparazione di orologi, per un valore di oltre 30mila euro.
Questi avrebbe infatti "simulato" la forzatura della porta d'ingresso del laboratorio, "avvenuta" nell'aprile dello stesso anno. Entrambi gli imputati, invece, avrebbero cercato di ottenere un risarcimento da parte dell’assicurazione Duomo UniOne spa (Gruppo Società Cattolica), o comunque un indennizzo derivante dal contratto denominato "Prestito d'Onore Microimpresa". La Polizza era stata stipulata con la società assicuratrice sulle apparecchiature acquistate con finanziamento pubblico accordato da "Sviluppo Italia".
La compagnia di assicurazione si è costituita parte civile con l'avvocato Vittorio Vernaleone. Gli imputati erano invece assistiti dal legale Massimo Fasano.
