Rischio prescrizione, il giudice ‘sollecita’ Camera e Senato sulle intercettazioni di Roberto Marti

Sono trascorsi otto mesi dall’invio della documentazione a Camera e Senato; il gip Giovanni Gallo teme il rischio di decorrenza dei termini di prescrizione dei reati contestati al senatore leghista Marti

Il giudice ‘sollecita’ i presidenti della Camera e del Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, a fornire una risposta alla richiesta di autorizzazione per l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche riguardanti il senatore della Lega, Roberto Marti.

Trascorsi otto mesi dall’invio della documentazione, la questione che ha spinto il gip Giovanni Gallo  ad inviare l’istanza di “sollecito” è il rischio di decorrenza dei termini di prescrizione dei reati contestati a Marti, nello stralcio dell’inchiesta sulle Case Popolari.

Il Senatore della Lega risponde delle accuse di tentato abuso di ufficio, falso ideologico aggravato e tentato peculato, in condorso con altri imputati “eccellenti”.

Dopo la chiusura dell’inchiesta Estia, la posizione di Roberto Marti risultava “stralciata”. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura era finita la vicenda del pagamento dell’alloggio presso un B&B e poi l’assegnazione di un immobile confiscato alla mafia. Destinatario di questo “trattamento di favore” il fratello di un boss.

Occorre ricordare che nei mesi scorsi, si sono svolte numerose sedute alla Camera per stabilire la competenza sul nodo intercettazioni.

In precedenza, il gip Giovanni Gallo aveva accolto l’istanza della Procura chiedendo l’autorizzazione alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Infatti, all’epoca dei fatti, Marti era Deputato della Repubblica.

La richiesta riguardava non solo le intercettazioni confluite nell’ordinanza, ma anche altre otto, contenute nella richiesta di autorizzazione dei pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci.

Il processo con gli altri imputati

Intanto nella giornata di oggi, era prevista una nuova udienza del processo “Estia” sulle presunte assegnazioni illecite di alloggi popolari, in cambio di voti.

Il collegio giudicante ha però disposto il rinvio al prossimo 16 dicembre, per il concomitante sciopero degli avvocati.



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