Uccise due giovani a bordo di uno scooter e il procuratore generale invoca la pena di 6 anni per omicidio colposo plurimo, nei confronti dell'automobilista.
Nel processo di Appello, il Pg Claudio Oliva ha chiesto la conferma della condanna di primo grado per il 33enne Antonio Gravina. L'imputato, il 6 aprile del 2009, travolse con la sua auto Mattia Marchello, 16enne di Merine, e Michael Tresi, 17enne di Castromediano e per i due ragazzini non ci fu nulla da fare.
Invece, il difensore di Gravina, l'avvocato Pia Perricci del Foro di Pesaro, ha chiesto la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale e una nuova perizia sull'incidente, sulla base della documentazione di primo grado da cui emergerebbe come la moto fosse omologata per una sola persona ed il conducente era minorenne.
Nelle prossime ore, la Corte dAppello deciderà se accogliere la richiesta del difensore di "ripetere" il processo o emettere la sentenza.
Quella di primo grado risale, invece, al 21 febbraio 2013 ed il giudice monocratico Silvia Minerva dispose la condanna a 6 anni per Gravina. I familiari dei due ragazzi, in quell'occasione, si costituirono parte civile, assistiti dall'avvocato Francesca Conte. Nei loro confronti il giudice ha disposto un maxi risarcimento.
L'incidente stradale si verificò il 6 aprile del 2009. I due ragazzi erano a bordo dello scooter, fermi all'altezza del semaforo per San Ligorio, sulla Lecce -San Cataldo. Dietro di loro sopraggiunse un’auto, una Fiat Brava di colore scuro, condotta da Gravina che piombò addosso al ciclomotore. Secondo l'accusa, il guidatore procedeva a una velocità di oltre 100 chilometri orari, mentre su quella strada il limite era di 50. Inoltre, Gravina avrebbe superato la fila di auto ferme al semaforo; nel sorpasso avrebbe invaso la corsia, senza rallentare né fermarsi, finendo contro lo scooter. I due giovani indossavano i caschi, ma questo non bastò a salvarli, poiché la moto, colpita con violenza, fu sbalzata sulla corsia opposta. Nonostante i soccorsi di numerosi automobilisti, compreso il conducente della Fiat Brava, i due giovani centauri morirono poco dopo.
L'imputato, sia ieri che oggi ha distribuito fuori dal Tribunale, dei volantini in cui sostiene che la condanna in primo grado a 6 anni potrebbe essere stata condizionata dalla "notorietà" delle vittime.
