L’uomo, molto probabilmente sotto l’effetto dell’alcool, è andato in escandescenza scagliandosi contro i militari e gli operatori del 118. Con calci e pugni ha distrutto il citofono della caserma e colpito un operatore del 118
Nella notte appena trascorsa, i Carabinieri della Stazione di Taurisano, hanno tratto in arresto con l’accusa di violenza, resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale e per danneggiamento aggravato di struttura militare: Luigi Stasi, 39enne del luogo, non occupato, già noto alle Forze dell’Ordine.
Erano circa le 21 quando dinanzi al bar “De Benedetto” sito nei pressi della Stazione dell’Arma di Taurisano, l’uomo, in evidente e forte stato di agitazione dovuta probabilmente all’eccessivo consumo alcol assunto anche prima di giungere al Bar, per futili motivi è andato in escandescenza con la madre giunta sul posto per riaccompagnarlo a casa.
Immediatamente sono stati allertati i militari che, allo scopo garantire la sicurezza delle altre persone presenti in caserma, hanno richiesto rinforzi alla pattuglia dei Commissariato distante poche centinai di metri.
Nel corso del breve lasso di tempo intercorso, Luigi Stasi si è scagliato contro il citofono della caserma e, dopo averlo ripetutamente suonato, lo ha colpito con pugni sradicandolo dall’alloggiamento, gettandolo per terra e tirando calci anche al cancello d’ingresso.
Arrivata la pattuglia, i militari hanno provato, anche alla presenza della madre, di calmarlo e lui, per tutta risposta, si è scagliato contro di essi.
Ciò nonostante gli uomini dell’Arma, anche grazie all’ausilio dei colleghi del Commissariato di Taurisano e della Stazione dei Carabinieri di Casarano, sono riusciti a condurlo allo in caserma allo scopo farlo visitare dai sanitari del 118 già pre-allertati e giunti in loco.
Ma all’interno dello o stabile, la rabbia è riaffiorata tanto da continuare ad inveire nuovamente contro i militari, cercando di colpire sia loro che il personale del 118 di cui uno, nel frangente, è stato colpito da un calcio sulla gambe.
Dopo diversi minuti, il personale sanitario è riuscito a prestare le necessarie cure. Tuttavia, nonostante l’intervento del personale medico, lo Stasi dopo un breve momento di calma, ha iniziato nuovamente ad inveire contro i gli operatori fino a che non è stato tradotto a casa, in regime di arresti domiciliari, così come disposto dal sostituto procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, informato tempestivamente dei fatti.