Chiusa l’edizione 2016 della Città del Libro, un successo oltre ogni previsione

Nonostante le previsioni meteorologiche avverse e una più scarna disponibilità economica, la kermesse campiota è tornata ad essere protagonista della cultura in Salento.

Poteva essere un flop clamoroso visti i ridotti i capitali di cui si disponeva. Poteva essere un fiasco totale date le previsioni meteo avverse. Poteva essere un fallimento annunciato dopo l’assenza del 2015.

Poteva… e invece no.

Perché quando la volontà prescinde dai costi, anche un portafoglio più avaro può bastare a far molto. Perché coraggio e ardimento premiano e possono scongiurare le tempeste. Perché stop è sinonimo di fine solo per chi non ha voglia di ripartire.

Questo il segreto della XXI edizione della Città del Libro, questa la marcia in più di una manifestazione che alcuni davano già per spacciata ma che altri hanno fatto in modo non andasse perduta. Lo dimostrano le centinaia di presenze che, nell’ultimo week-end, hanno affollato i padiglioni della rassegna campiota in qualsiasi ora della giornata ma, ancor di più, lo hanno dimostrato gli autori e gli editori che, senza battere ciglio, sono accorsi da ogni dove a dare il loro contributo a un’esposizione che, come abbiamo già avuto modo di ricordare, ha segnato il riscatto di un’intera comunità dall’onta della malavita organizzata, prima, e un faro di speranza per la cultura di tutto un territorio, poi.

Va dato atto a Campi e alla sua amministrazione di non aver mai perso la speranza che ciò potesse accadere, va reso merito al sindaco Zacheo e al presidente della fondazione, Cosimo Durante, di averci sempre creduto così come va riconosciuto l’impegno profuso a tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita e all’organizzazione di una tre giorni interamente dedicata ai libri e alla lettura che, anche nell’era degli smartphone, continuano ad attrarre l’interesse di un pubblico trasversale.

Per quello che ci è stato possibile, senza che questo ci valga come merito, anche noi di LecceNews24 abbiamo cercato di dare il nostro contributo amplificando la visibilità di una kermesse che va ben oltre i confini salentini e che, come auspichiamo, prosegua e torni ai fasti di un tempo.

Poco conta, allora, se qualcuno ha lamentato una dimensione più intima rispetto a quella degli anni passati giacché, l’importante, era che la Città del Libro riprendesse a vivere al pari delle gemme sugli alberi che, per quanto minuscole, tornano dopo ogni inverno a spuntare sui rami e, rinverdendoli, consentono ai fiori di sbocciare nuovamente e portare ancora frutto.
 
Luca Nigro



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