Raccontare esperienze, visioni, collezioni; adottare i social e la rete per creare comunità, far vivere esperienze ed evidenziare prospettive, progettualità e storie che caratterizzano l’identità dei musei e dei beni culturali.
Tutto questo si è reso ancor più “urgente” e necessario durante il lockdown e in seguito con le stringenti misure di sicurezza a cui anche i luoghi della cultura hanno dovuto sottostare per garantire a tutti di vivere tale esperienza in totale serenità. Anche il Polo biblio-museale di Lecce si è impegnato in tal senso, sia con il progetto CRA-La cultura resta accesa, che ha portato quotidianamente contenuti multimediali sugli schermi di migliaia di utenti durante il lockdown, che mediante le dirette sui social di tutti gli appuntamenti ospitati negli spazi del Polo biblio-museale del post-pandemia. Tutto questo grazie alla fondamentale collaborazione del DAMS dell’Università del Salento.
Pertanto la presentazione del volume di Elisa Bonacini, “I Musei e le forme dello Storytelling digitale” (Aracne Editrice 2020), si inserisce in un discorso che il Polo biblio-museale di Lecce ha avviato da tempo e che d’altronde è al centro del dibattito sul presente e il futuro dei musei, in Italia e altrove.
La pratica del “raccontare storie” attraverso le nuove tecnologie si è trasformata in una branca della comunicazione e valorizzazione fondamentale oggi, nel campo culturale e, specificamente, museale.
Questa ricerca intende quindi illustrare le diverse e molteplici esperienze adottate fino ad oggi nei musei e nel mondo culturale nel campo dello storytelling digitale, per orientare la futura progettazione di soluzioni digitali narrative, che siano calibrate sulle specifiche esigenze di valorizzazione delle singole realtà e dei diversi contesti culturali, con lo scopo primario di trovare la migliore soluzione di accessibilità digitale al racconto della cultura, sviluppando così adeguate politiche di audience engagement e di user experience, nell’ottica delle più recenti indicazioni in materia.
Analizzando numerose esperienze brillanti, il volume traccia un quadro non solo della evoluzione stessa dello storytelling digitale, ma delle diversificate soluzioni attraverso cui lo storytelling digitale è stato ed è declinato.
Il volume si presenta come un vero e proprio manuale operativo sullo storytelling digitale, che vuole restituire un quadro il più possibile completo di come queste forme di storytelling digitale si siano sviluppate e si stiano tuttora sviluppando in molteplici varianti ed espressioni, sulla base dell’evoluzione e della differente applicazione delle nuove tecnologie digitali nella creazione, nella comunicazione, nella visualizzazione e nella fruizione di tali contenuti.
Infine, sin dalla Introduzione, lungo il corso del volume e, infine, nelle Conclusioni, intitolate “È tempo che…”, si esprime la sua nuova visione di museo: un nuovo modello che, partendo dalla visione antiquaria e francamente ottocentesca del museo di collezione, oltrepassando la trasformazione già in parte in corso di museo di narrazione, giunga a quello che si è voluto definire un museo di connessione o di narrazione connessa.
Interverranno: Stefano Cristante, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Università del Salento; Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale di Lecce; Francesco Gabellone, IBAM CNR, Lecce; Carolina Gatto, laureata in Euromachs. Modererà l’incontro Flavia Frisone, presidente del Corso di Laurea in Beni Culturali, Università del Salento.