Dopo inaugurazioni annunciate e poi posticipate, finalmente L’albero della cuccagna di Mimmo Paladino fa bella mostra di sé nel centro storico di Lecce. Ieri mattina l’inaugurazione alla presenza del sindaco in largo Santa Croce.
L’opera di Paladino che nel Salento ha messo la firma sulla Focara di Novoli nel 2012, allestendo con i suoi cavalli la grande pira, rientra nella mostra a cura di Achille Bonito Oliva “L'Albero della Cuccagna. Nutrimenti dell'arte” una rete espositiva diffusa in tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, tra musei e fondazioni pubbliche e private che coinvolge 45 artisti, scelti dal critico d’arte per realizzare opere ispirate al tema arcaico dell'albero della cuccagna, simbolo di abbondanza ed eletto dall’arte a monito per invitare a riflettere sui temi dell'alimentazione e sulle sue implicazioni sociali.
Il progetto è stato promosso e sponsorizzato da Art&Co Gallerie in collaborazione con l'associazione Spirale di Idee e il Comune di Lecce.
Al vernissage erano presenti anche il critico d'arte Achille Bonito Oliva, l'artista Mimmo Paladino, il presidente di Art&Co Gallerie, Tiziano Giurin, il critico d’arte Toti Carpentieri e un rappresentante dell’Università del Salento.
“Nella convinzione che sia lo spazio a definire la dimensione dell’opera e quanto mai affascinato dalle architetture, dalle storie e dalle consuetudini di un Sud che mi appartiene – sottolinea Mimmo Paladino – ho inventato per Lecce una sorta di macchina barocca alta quindici metri formata dal sovrapporsi e dall’intersecarsi, progettato e casuale al tempo medesimo, di uno, due, tre … cento numeri 1, 2, 3, tutti in legno, da leggersi quali definiti ed identificati moduli scultorei oltre che chiara allusione all’infanzia ed al gioco. Rammentando anche il significato di quelle tre cifre, e passando dal 3 simbolo della perfezione e origine del movimento, al concetto di espansione che si identifica nel 2, al valore unificante e infinito, al limite del divino, dell’1 cuspide verso il cielo dell’albero della cuccagna. Colorando tutto di blu, nella conferma della dimensione immateriale del messaggio”.
