Non è ancora chiaro se i due si amino o si odino, si stimino o si detestino, giochino a rincorrersi o facciano sul serio per non evitarsi… fatto sta che Vincenzo Barba e Flavio Fasano, sempre sul punto di stringersi la mano e di trovarsi dalla stessa parte della barricata, alla fine sono costretti a giocare su barricate opposte, da avversari. Insomma, anche le elezioni amministrative del 2016 li vedranno contrapposti e siamo certi che sui palchi dei comizi, in tante accese serate di una Gallipoli primaverile che si prepara a farsi bella per i turisti e per il nuovo Sindaco non se le manderanno a dire. proprio come accadde 10 anni fa, nel lontano 2006 quando, sempre su fronti opposti, si contendevano lo scranno più alto di Palazzo Balsamo.
Oggi, a distanza di due lustri – come li chiama Barba in un comunicato tra il poetico e il satirico – si troveranno uno a giocarsi in prima persona il ruolo di Sindaco e l’altro a sostenere e supportare come “maggiore azionista” il neo candidato di Forza Italia, Pippi Barba scelto dall’ex presidente del Gallipoli dei miracoli dopo una serie di piroette e giravolte degne del miglior Nureyev della politica.
Alle stoccate di ieri di Flavio Fasano ha risposto oggi Vincent Barba, ma c’è da giurare che siamo soltanto all’inizio, all’antipasto, al proemio.
- Il pacchetto dei voti della discordia
Vincenzo Barba era ancora indeciso su chi far convergere il proprio sostegno: con Stefano Minerva non riusciva a chiudere per le resistenze interne al Pd, con Sandro Quintana l’amore non era mai sbocciato. Logico, quindi, che “i pontieri” si muovessero per far giungere il sostegno dei barbiani proprio a Flavio Fasano che in tempi non sospetti aveva provato a stringere un asse con il petroliere per una lista comune sotto la sua leadership (ipotesi naufragata poiché quando ci sono troppi galli nel pollaio non si fa mai giorno)…
Però, il lavoro dei cosiddetti “pacieri” non ha portato a nessun risultato e il famoso pacchetto di viti del gruppo di Vincenzo Barba, lungi dal confluire su un altro candidato magari fuori da Forza Italia, si è trasformato nel punto di partenza della candidatura – tutta interna al partito azzurro – dell’ingegnere Giuseppe Barba, per tutti Pippi.
«Il Pd ha raccolto tutto ciò che c'era, tranne i "barbiani", ripudiati da noi, in primis». Così Fasano aveva definito quel pacchetto di voti, ma a Barba il boccone era andato di traverso e la sua risposta è stata più che salace «Quei voti non li hai potuti rifiutare per il semplice fatto che non ti sono mai stati offerti, poiché – come l’Acqua Santa con il diavolo – dove ci siamo noi non ci puoi essere tu e dove ci sei tu non ci possiamo essere noi che da te stiamo alla larga mille miglia!!!»
- Liste pulite
Flavio Fasano non ha voluto assolutamente derogare al suo principio cardine: le liste dei candidati al consiglio devono essere composte da volti giovani, nuovi, non compromessi con la cattiva politica. Da qui, la creazione di quattro liste (Ancora, Cuore, Delfino e Gallo) composte da personale politico intonso: «Affiancato dai validissimi giovani delle mie liste, la cui età media è di circa 35 anni, sono sicuro di poter condurre Gallipoli verso il processo di rigenerazione atteso da tempo. La mia scelta, lontana dalle logiche di partito, è quella di costruire una nuova e autentica classe politica, conscia dei bisogni reali della città. Noi, forti dell'esperienza dei meno giovani e dei ragazzi, insieme, uniti, procederemo senza sosta, per il bene della città».
E subito Vincenzo Barba oggi lo ha rintuzzato ricordandogli l’handicap che può essere rappresentato dall’inesperienza dei neofiti dell’amministrazione «caro Flavio. Pensi davvero che a Gallipoli non sia chiaro il tuo progetto mefistofelico? Pensi, con la solita arroganza, di portarti un esercito di giovani senza alcuna esperienza amministrativa per poterli manipolare politicamente quando si tratterà di governare? Ma sai bene che tu non arriverai nemmeno al ballottaggio e quindi provi a gettare fumo negli occhi parlando di programmi – vecchi di 20 anni – che sai già di non poter realizzare come non hai mai realizzato nel passato che non più ti appartiene».
- Moralità e mobilità
Ma è la questione morale, tema sempre caro alla politica, il punto su cui Barba e Fasano si confrontano in maniera più dura. L’avvocato ionico non usa certo giri di parole per definire il gruppo di Barba «Sono perplesso e amareggiato dalla pantomima consumata da chi considera la politica alla stregua di un gioco di bassa lega. I soliti noti gestiscono le trame a proprio piacimento, creando e disfacendo a fasi alterne ciò che un momento prima spacciavano per certezza. Mi chiedo come questo uso consumistico della politica, figlio di un gioco di potere personale, possa giovare alla nostra città».
E il senatore non perde certo occasione per farsi tirare le parole di bocca ricordando le vicende giudiziarie di Fasano «Ma tu a quale fonte battesimale ti sei rigenerato per presentarti come il paladino della novità e della moralità? Possibile che ti comporti come se le già acquisite condanne e la ulteriore piccola condannuccia di oltre tre anni che ti è stata inflitta qualche settimana fa siano un piccolo neo che ci si può togliere dall’estetista con un po’ di trucco?».
Insomma, Flavio e Vincenzo. Vincenzo e Flavio. Ancora insieme, ancora contro per accendere una campagna elettorale che a Gallipoli sembra all’altezza di tutti i trascorsi effervescenti e spumeggianti appuntamenti elettorali.