​Salvemini riparte dalle marine: Piano delle Coste, concorso di idee e investimenti pubblici

Adottare il Piano delle Coste, indire un concorso internazionale di idee e ritornare agli investimenti pubblici: questa la ricetta di Carlo Salvemini per il salvataggio delle marine leccesi. “Il fallimento del centrodestra è nero su bianco, è ora di cambiare”.

"Vent’anni di promesse disattese tradotte nello stato di abbandono delle marine leccesi sotto gli occhi di tutti". E’ questo lo stato dell’arte dal quale ripartire secondo Carlo Salvemini, candidato della sinistra leccese.
“Lecce non si è mai dotata di un Piano delle Coste, strumento indispensabile per poter pianificare e progettarne lo sviluppo futuro e l’incremento del turismo nelle marine, un fallimento conclamato del centrodestra messo nero su bianco”-  sintetizza il candidato.

Nel 2013, spiega Salvemini, l’amministrazione Perrone avrebbe dovuto redigere il Piano e, contestualmente, avviare un fitto confronto con gli enti territoriali competenti in materia, atto a verificare l’impatto del progetto sull’ambiente. Tale confronto sarebbe stato avviato, con colpevole ritardo, soltanto nel giugno 2016 mentre a febbraio scorso si sarebbe concluduso con la decisione di sottoporre il Piano al VAS.
In altri termini, secondo il candidato sindaco della sinistra, si tratterebbe di una solenne bocciatura tout court del progetto di Perrone e i suoi, concernente l’assegnazione di ulteriori 40 concessioni, da sommarsi alle 28 preesistenti.

“Per guardare al futuro servirà con urgenza dotarsi di un Piano delle Coste e, in osservanza delle buone pratiche di altre città quali Salerno, Brindisi, ma anche la più vicina Gallipoli, indire un concorso internazionale delle idee”- questa la ricetta per recuperare dal degrado le marine leccesi, nei piani della sinistra leccese, capeggiata da Salvemini, accompagnato in conferenza stampa, tra gli altri, dai consiglieri di minoranza Rotundo e Foresio.
“E’ necessario garantire percorsi ciclabili, accessi per disabili, trasporti pubblici, osservando le norme in tema di tutela di erosione costiera; ci vorranno almeno otto mesi per porre rimedio alla scellerata scelta politica di chi ci ha preceduto – tuona Salvemini – e sarà indispensabile ritornare a proporre l’investimento pubblico all’interno dello spazio delle marine, diversamente non avremo alcun rilancio”.

Il tema degli investimenti pubblici a fronte della scelta di Perrone di prediligere quelli dei privati sembra essere la linea guida nei progetti di Salvemini: “Non è sufficiente fare leva sulle risorse che possano provenire dai privati, questa amministrazione ha ritenuto prioritaria la rigenerazione di Via Leuca,volendo fare un esempio, indirizzando in quella direzione i fondi pubblici e dimenticando le marine ; una scelta politica precisa che ha inciso in modo tangibile sulla qualità della vita dei cittadini e bisogna che i fautori se ne prendano la responsabilità. Sulla vicenda che interessa San Cataldo, auspichiamo si possa sbloccare e dare al territorio una nuova struttura ricettiva, ma riteniamo strategico il ruolo del pubblico questo ambito”.

E sui fondi utili per il rilancio delle marine leccesi afferma: “Le risorse ci sono, non serve attendere, come invoca Giliberti, il sostegno della Regione; inoltre, gli incarichi non dovranno più essere affidati per conoscenza personale, ma seguiremo il percorso del concorso di idee come annunciato”.

“Il primo obiettivo – spiega Salvemini – sarà ripristinare un lungomare che parta da San Cataldo e percorra la costa fino a Torre Rinalda, restituendo un percorso naturalistico ai cittadini perché possano finalmente tornare a vedere il mare; sarà inoltre necessario garantire l’accesso pubblico alle spiagge ogni 150 metri , dare nuova linfa allo sviluppo balneare sulle concessioni già esistenti, non possiamo erogarne 40 altre come nei piani di Perrone”.

“Poi ci sarà una ulteriore sfida – conclude Salvemini –  reinventare l’attrattiva turistica del posto. Per assolvere a questo compito potrebbe non essere sufficiente dotarsi del Piano delle Coste per dare l’idea che Lecce sia, questa volta, realmente una città di mare”.

Valentina Petrucci 



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