‘La Coop siamo noi’, i lavoratori pugliesi scioperano contro il rischio mobilitÃ

Ben 147 dipendenti pugliesi e lucani di Coop Estense rischiano di passare in mobilità da oggi. Contro l’eventuale decisione dell’azienda, i lavoratori hanno protestato stamattina sotto la Prefettura supportati dalle sigle sindacali.

La crisi economica colpisce anche i grandi gruppi italiani. Quei “colossi” con i quali abbiamo a che fare quotidianamente, tipo gli ipermercati e i centri commerciali. Spesso, davanti ai conti da mantenere “verdi”, i dipendenti ne subiscono le maggiori conseguenze negative. È il caso dei 147 lavoratori delle sedi pugliesi e lucane di Coop Estense che da oggi rischiano di andare in mobilità. Questa mattina, sotto la Prefettura di Lecce, è avvenuto lo sciopero indetto dalle sigle sindacali FILCAMS, FISASCAT e UILTUCS. Al contempo, presso il Ministero del Lavoro i vertici dell’azienda, discutono la vertenza insieme ai sindacati. L’auspicio, ovviamente, è quello di raggiungere un accordo. Da tempo i dirigenti avevano chiesto ai lavorati di rinunciare a parti del salario per uno stipendio medio che già non supera i 750 euro. Loro, pur di non perdere la propria occupazione, si mostrarono piuttosto disponibili. Ciò, purtroppo, non sarebbe bastato affinché gli stessi capi aziendali rinunciassero all'ipotesi esternalizzazioni. E ciò rappresenta proprio il punto su cui tra azienda e sindacati ad un certo punto si sono interrotte le trattative.

«Si chiude oggi la procedura di mobilità – rivela ai microfoni di Leccenews24.it Antonella Perrone, segretario UILTUCS Lecce – abbiamo cercato in questo lungo periodo di trovare un’intesa con l’azienda. Il sindacato ha predisposto tutte quelle che erano le risorse possibili, proponendo anche un’idea alternativa per cercare di ricollocare le 147 unità. Credevamo di aver trovato la giusta intesa, almeno in teoria. Inoltre, la nostra prerogativa resta bloccare le esternalizzazioni e, laddove possibile, stabilire i termini di un accordo con durata e tempi di verifica. Ci hanno risposto dicendo “Voglio mantenere la possibilità di sperimentare le esternalizzazioni”, dunque rimodulandone il modello organizzativo introducendo tutte le unità del grocery dentro altri reparti».

«Pretendiamo risposte certe da Coop, anzitutto ripristinando un tavolo di discussione. Vero è che sussiste un problema di tenuta economica – conclude la Perrone – però non possiamo assolutamente accettare che ci venga detto “non ci sono certezze per il futuro di queste persone, né darvi tempi certi per la risoluzione dell’accordo, prorogato fino a che non vi sarà un pareggio di bilancio”. Risultano troppi rigidi i paletti imposti da Coop». «Dopo un sit in sotto la sede della Coop, ora siamo in Prefettura a rivendicare la possibilità di un accordo presso il Ministero – dichiara invece Mirko Moscaggiuri, segretario generale FILCAMS CGIL Lecce – i lavoratori chiedono la risoluzione della trattativa e salvaguardia dei posti di lavoro. Siamo disponibili a trovare un accordo con l’azienda, ma che soddisfi entrambe le parti».



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