Le due morti sul posto di lavoro degli ultimi giorni – prima la tragedia di Piacenza, poi quella all’Ilva di Taranto – hanno spinto i Segretari CGIL Lecce appartenenti alle categorie FIM, FIOM e UILM a proclamare, per la giornata odierna, un’ora di sciopero a fine turno di lavoro. Non solo. Alle 11.30, i rappresentanti sindacali in questione sono saliti dal Prefetto – in via XXV Luglio – al fine di consegnargli un documento nel quale viene denunciato lo stato in cui versa il panorama lavorativo metalmeccanico. “Queste morti – dichiarano Maurizio Longo (Fim), Annarita Morea (Fiom) e Piero Fioretti (Uilm) – non sono mai la conseguenza della fatalità, ma sempre della mancanza di rispetto delle imprese riguardo alle procedure di sicurezza. E, in generale, dell’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione tali da assicurare effettive garanzie per i lavoratori”.
“Per i metalmeccanici – proseguono i segretari generali provinciali – un contratto nazionale che affronti queste tematiche vuol dire porre argine a questa situazione, perché si rendono più forti i lavoratori nella difesa dei propri diritti e di una condivisa e diffusa cultura della sicurezza”. Poi aggiungono: “Nel territorio, pur di garantire un reddito alle proprie famiglie, gli operai si vedono costretti ad accettare condizioni di rischio e pericolo costante sui luoghi di lavoro, perché la crisi ha profondamente minato il sistema di tutele, di prevenzione e protezione. Una situazione che lede la dignità di tutti i cittadini e pone i lavoratori davanti a un drammatico ricatto occupazionale. O si accettano tali condizioni, oppure non si lavora”.
“Oltre alle cifre da bollettino di guerra, ci sono poi da considerare i casi ignoti ai dati ufficiali – concludono – di infortuni di ogni genere di cui le aziende cercano di celare l’evento, invitando i lavoratori a dichiarare che l’accaduto, nella sua fattispecie, sia avvenuto al di fuori dell’orario di lavoro”.
“Confermiamo il nostro impegnano affinché sia garantita salute e sicurezza”, dichiarando al contempo “contrarietà a qualsiasi intervento che peggiori le norme sulla sicurezza”. Da qui, l’invito allo sciopero nazionale di un’ora e alla realizzazione di assemblee in tutti i luoghi di lavoro.
