​Lo sfogo di Piconese: ‘Nessun commissariamento, resto a capo del Pd salentino. E al Congresso voterò Emiliano’

Uno sfogo che irrompe in un periodo di tensioni, scissioni e controversie ad avvalorare la tesi che, nel Partito Democratico, coesistano molteplici anime. ‘Sosterrò Emiliano al Congresso e resterò saldamente a capo del Pd salentino’.

Non c’è pace nel Partito Democratico, teatro di scissioni, querelle e contrasti di vecchia data. Non ce n’è neanche nel distretto salentino della Federazione, luogo in cui si sta consumando, da tempo,  la guerra tra segreteria e renziani.
 
Dopo la débacle del 4 dicembre e le dimissioni di Renzi da Premier, ha fatto  seguito il convulso periodo del Congresso: Michele Emiliano, presidente della regione, si candida a sostituire Matteo Renzi alla guida del Partito, dopo un tira e molla sul “me ne vado – resto” andato in scena nelle scorse settimane. Con lui, Andrea Orlando, attuale ministro di giustizia, si contenderà la carica di Segretario del Pd. In questo contesto assai farraginoso si inquadra lo sfogo di Salvatore Piconese, segretario provinciale del Pd salentino, stanco dei  plurimi attacchi ricevuti dai suoi stessi compagni di partito e  volti, secondo lo stesso, a delegittimare il suo operato.
 
Un flusso di coscienza, a cuore aperto, che certifica l’esistenza di una battaglia ancora in corso tra le molteplici anime del Pd: “ Leggo e ascolto parole e frasi stucchevoli, su di me e sul PD salentino, animate più da risentimento personale che da convinzioni politiche e ideali – scrive amareggiato il Segretario Provinciale – E' alquanto bizzarro, da parte di alcuni, scagliarsi contro l'unica Federazione del Partito Democratico d'Italia che negli ultimi anni ha invertito il trend negativo, portando il PD a vincere nelle elezioni amministrative nelle città, a riaprire i circoli per lungo tempo chiusi, a rianimare il tesseramento e a costruire il partito sul territorio”.

“Ecco, dal 2013 in poi, dalla mia vittoria al congresso provinciale si è avviata una riconnessione sentimentale tra il nostro partito e il popolo del centrosinistra salentino – spiega Piconese – Tutto ciò è avvenuto contemporaneamente all'avvento dell'epoca renziana che, al contrario, ha fatto registrare per il PD nazionale una serie di sconfitte politiche, dalle elezioni amministrative in molte città chiamate al voto, al referendum costituzionale del 4 dicembre, allo smantellamento dei circoli fino al calo degli iscritti al partito”.

"Quello che è successo a Lecce, pertanto, è un fatto "eccezionale" e in controtendenza all'andamento nazionale. Qui il PD è vincente, è radicato e seleziona la sua classe dirigente per capacità e per merito e non per fedeltà al "capo" di turno – commenta piccato il Segretario – e tengo a sottolineare, a coloro che si esercitano a chiedere a più livelli il commissariamento del PD salentino, che io ho vinto un congresso e oggi dirigo il partito perché legittimato da un processo democratico avvenuto fra gli iscritti”.

"Tale ruolo di direzione del partito lo eserciterò (e con me il gruppo dirigente che mi affianca) fino alla scadenza del mandato, che sarà il prossimo autunno. Ma tutto ciò non mi esime dall'interrogarmi sul futuro del PD e sulla sua capacità di costruire un campo largo e plurale del centrosinistra, così come della possibilità politica di aprire una stagione di cambiamento per il partito e per l'Italia”.

“E questi interrogativi sono gli stessi che, in questi giorni, attraversano migliaia e migliaia di iscritti al PD, i quali vivono, come me, con grande apprensione le "divisioni' all'interno della nostra comunità politica. Una comunità che negli ultimi anni ha visto, giorno dopo giorno, un allontanamento del partito dalle sue spinte ideali d'origine” – continua Salvatore Piconese, riportando nelle argomentazioni i temi caldi affrontati alla direzione nazionale del Partito – Una comunità che è stata ferita da una "scissione", quella vera fatta di donne e uomini, tra il partito e il suo popolo, nella quale un pezzo importante di iscritti e elettori ha gradualmente abbandonato il partito”.

“Da iscritto e da dirigente del PD mi interrogo sul futuro del mio partito e sul futuro della mia comunità politica. Credo sia giunto il tempo di voltare pagina e costruire una fase del tutto nuova per il PD, per il centrosinistra e per l'Italia. Una fase che abbia un "nuovo inizio" e che sia una fase costituente per l'intero campo democratico e progressista. Per questo motivo da iscritto al PD parteciperò al congresso e darò il mio voto al candidato che più di altri rappresenta la coerenza con le mie posizioni e miei interrogativi. Darò il mio voto a Michele Emiliano – svela Piconese – poiché può portare nella battaglia congressuale le ragioni di tante e tanti che si sono battuti contro le trivellazioni delle coste pugliesi, contro la riforma costituzionale che penalizzava il Sud e contro un gruppo dirigente nazionale sordo a qualsiasi domanda di cambiamento. Da dirigente del PD, eletto in un congresso e non nominato da un capo, continuerò a guidare il PD salentino con spirito democratico, con lo sguardo fisso e attento verso il futuro e con la libertà che contraddistingue un militante di sinistra”.
 
Valentina Petrucci



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