​’Ora sarò io a non risponderti al telefono’. Alfredo Prete punge Salvemini e l’unità del centrosinistra

Duro post su facebook del primo candidato Sindaco per Lecce scelto dal centrosinistra, che non usa mezzi termini per commentare le ultime mosse in vista delle amministrative 2017.

«Cari amici, anche questa volta vi stanno raccontando una verità politica distorta, devo dire però che chi ha giocato la partita lo ha saputo fare molto bene, ha aspettato e dopo aver bluffato per un paio di volte (ottimi bluff che nessuno era andato a vedere) ha raggiunto il suo obiettivo… comunque funziona così perciò chapeau». Sono parole dure quelle usate da Alfredo Prete, Presidente della Camera di Commercio di Lecce che arrivano come un fulmine a ciel sereno in un momento ‘delicato’ per il centrosinistra che sta cercando di trovare la strada giusta nella competizione in vista delle amministrative del 2017.
  
Il pungente sfogo, pubblicato sul suo profilo facebook, non ha un ‘destinatario’, ma a molti utenti è sembrato chiarissimo il riferimento a Carlo Salvemini, l'ex consigliere comunale di Lecce Bene Comune,  che sembra ad un passo dalla candidatura a Sindaco per il centrosinistra.
  
Insomma, non è nemmeno cominciata l’avventura del figlio dell’ultimo sindaco di sinistra che il capoluogo barocco ha avuto che sono iniziate le polemiche nello schieramento e a dare fuoco alle polveri è stato proprio il primo nome scelto dalla coalizione per il dopo Perrone, candidatura che non andò in porto perché in tanti si alzarono dal tavolo che si era appena attivato. Tra i primi ad andarsene ci fu proprio Salvemini, che ritenne la scelta frutto di un accordo non condiviso, ma tutto interno alla segreteria del Partito.
  
Ecco perché oggi sembra che Alfredo Prete abbia colto l’occasione per ricordargli quella porta sbattuta in faccia «Caro giocatore ora sono io che farò finta di non riconoscere il tuo numero semmai avessi voglia di chiamarmi. Le aureole lasciamole ai Santi».
  
A qualcuno è sembrato che, oltre che uno sfogo contro Carlo Salvemini, ci sia un appunto contro la segreteria del Pd che lo ha sedotto e abbandonato sulla via di Palazzo Carafa. Quasi un monito a futura memoria: “quello che è successo a me, potrebbe accadere anche a te”. Insomma, un più elegante avvertimento rispetto al trapattoniano “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”.  



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