​Pd, Lacarra: ‘Se questo è l’atteggiamento dei renziani, non chiamatemi più’. Si lavora per chiudere su Stefano

La tanto attesa riunione del PD, che si è svolta questa mattina a Lecce, si è conclusa con un nulla di fatto. Il Partito è ancora spaccatu sulla linea da seguire: una buona parte cerca l’unità su un nome di rilievo, un’altra vorrebbe le primarie.

Neanche nel Partito Democratico sarà agevole trovare il candidato per le prossime elezioni amministrative. Lo si comprende bene dall'esito dell'attesa riunione che si è svolta questa mattina a Lecce, alla presenza di tutti i vertici di partito, dal Segretario regionale Lacarra a Salvatore Capone e Teresa Bellanova, da Abaterusso a Blasi. Quest'ultimo sarebbe stato il primo a lasciare il tavolo della trattativa poiché non interessato alla questione posta all'ordine del giorno, come già ampiamente spiegato nelle scorse settimane. Per chi resta si apre una mattinata di accesi scontri che si concluderà intorno alle 12,30 (la riunione ha avuto inizio alle 9.30, ndr). 

La presenza di Lacarra non incolla i cocci di un partito spaccato al suo interno e nel quale certe prese di posizione non riescono ad essere arginate. Il Segretario regionale Lacarra, arrivato fino a Lecce per chiudere su Stefàno, sarebbe tornato a mani vuote da Emiliano e, piuttosto irritato dagli scontri leccesi con i renziani, avrebbe scherzosamente detto "Non chiamatemi più a Lecce, perché se questo è l'atteggiamento dei renziani, qui rischio di allontanarmi da Renzi anche io". La frase, pronunciata quando i renziani avevano già lasciato la riunione, fa comprendere quanto sia profonda la spaccatura tra una parte del PD che cerca l'unità su un nome di rilievo e quell'altra che vorrebbe le primarie, "forse per mettere in atto un piano che mira al successo personale o alla scalata politica" – commenta il Segretario Fabrizio Marra. 

La verità è che la maggioranza del PD, in accordo con Lacarra, ritiene che le primarie rappresentino la condanna all'isolamento e ci tiene a ribadirlo anche Fabrizio Marra " Nella coalizione nessuno è propenso alle primarie, ne abbiamo ampiamente discusso nella riunione odierna, il solo a volerle sarebbe Foresio. Riteniamo che sia di prioritaria importanza tenere unita la coalizione, a meno che, qualcuno, non immagina che il PD serva esclusivamente alla sua carriera." L'attacco di Marra è tutto rivolto a Foresio, reo d'essere il sostenitore più agguerrito, insieme con Bellanova e Salvatore Capone, delle primarie. Ci sarebbe, tuttavia, in queste presa di posizione dei renziani, la volontà di condurre, il pd leccese, a scontrarsi con l'ennesima disfatta, partecipando senza competere alla tornata elettorale con un candidato di facciata; queste le evidenti ripercussioni dell'esito referendario che, per i renziani, si è rivelato disastroso anche nella provincia di Lecce. 

Il Segretario Marra, in proposito, chiarisce già quali saranno le responsabilità a fronte di una eventuale disfatta elettorale del partito: "Il distretto leccese del Partito Democratico ha figure di spicco e di rilievo nazionale e, in caso di una divisione della coalizione, saranno questi signori a prendersene la responsabilità, non di certo il Segretario di Lecce". 

Allo stato attuale delle cose, pertanto, la maggioranza del PD lavora su una soluzione unitaria, entro domani sera si dovrà comunicare a Lacarra un nome che si crede possa ancora essere Stefano. Dal PD fanno sapere, infatti,  che i renziani dovranno convergere sul nome scelto dal partito, altrimenti resteranno isolati. Lacarra ed Emiliano sono d'accordo, Udc approverà il nome proposto dal PD, con le civiche e le associazioni ( il segretario Marra ha espresso molta attenzione nei confronti di queste realta, ndr) si aprirà un dialogo immediato che porti a convergere tutti su Stefano.    

Il senatore potrebbe essere già, nella serata di domani, il candidato del centrosinistra per le prossime elezioni amministrative. In queste ore si sta  lavorando per raggiungere tale obiettivo. 

di Valentina Petrucci 



In questo articolo: