​Ricerca di idrocarburi nel Golfo di Taranto: Gabellone chiama a raccolta 13 sindaci salentini

Il Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, ha convocato tredici sindaci salentini interessati al progetto di prospezione di idrocarburi liquidi e gassosi nelle acque del Golfo di Taranto.

L’incubo trivellazioni spaventa ancora una volta il Salento. Dopo il flop del referendum che aveva chiamato gli italiani alle urne per decidere se le società petrolifere potevano continuare ad estrarre gli idrocarburi entro 12 miglia dalla costa fino all’esaurimento del giacimento, sul delicato argomento si erano spenti i riflettori. Da quando le ricerche dell’oro nero non sono più un fantasma ‘dimenticato’, ma una minaccia concreta che incombe sul nostro mare, il tema è tornato prepotentemente alla ribalta. Per questo l’incontro con i sindaci voluto dal presidente della provincia di Lecce, Antonio Gabellone è stato importante dato che si è deciso di creare ad un tavolo di concertazione, una sorta di unità di crisi che possa contrastare in maniera forte la possibilità che si proceda con le prospezioni nel Mare Ionico.
  
Il progetto della società Schlumberger Italiana – con sede legale a Parma – ha ottenuto la “compatibilità ambientale” dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, lo scorso 18 ottobre. Ciò significa che tramite una tecnica sismica di riflessione 3D e l’utilizzo degli air gun in un’area si potranno cercare idrocarburi nel Golfo di Taranto, ovvero di fronte al sito costiero della Puglia, della Basilicata e della Calabria. La zona interessata ricopre una superficie di circa 4030 kmq e si trova ad oltre 12 miglia dalle coste. Un progetto che l’avvocato Francesco Sisto presente all’incontro non ha esitato a definire «scellerato».
  
Ed è qui che la Provincia di Lecce intende scendere in campo. Il numero uno di palazzo dei Celestini ha infatti chiamato a raccolta i sindaci dei tredici Comuni del Salento interessati al progetto di prospezione di idrocarburi liquidi e gassosi nelle acque. Galatone, Ugento, Racale, Sannicola, Castrignano del Capo, Taviano, Porto Cesareo, Morciano di Leuca, Patù, Gallipoli, Alliste, Salve e Nardò, tutti presenti (o quasi) per trovare la strada giusta per salvaguardare il territorio salentino da questo nuovo potenziale intervento di ricerca di petrolio in mare attraverso l’utilizzo della tecnica degli air gun.
  
Non solo. In contemporanea, a Palazzo dei Celestini, viene affrontato lo stesso tema (“autorizzazioni rilasciate dal Ministero dell’Ambiente su prospezioni nel Mar Ionio.”) nella seduta della seconda Commissione consiliare, presieduta dal consigliere provinciale Roberto Martella e convocata su richiesta del consigliere Danilo Scorrano. Scorrano ha evidenziato la necessità che l’ente Provincia, seppur  svuotato  del suo ruolo amministrativo, mantenga l’importante azione di coordinamento tra i comuni che in questo caso devono fare un’azione politica forte per far recedere dalla decisione di procedere con il progetto di prospezioni nel Mar Ionio, il Ministero dell’Ambiente e il Governo.



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