​Voucher agli uomini del Clan: Assunzioni fittizie del Comune sciolto per mafia

Assunzioni fittizie, voucher in qualità di compensi per un lavoro mai svolto fattivamente, permessi edilizi ed assegnazioni di abitazioni popolari indebite. Si aggiungono elementi nel caso del Comune di Parabita, sciolto per infiltrazioni mafiose lo sorso 17 febbraio.

La trama si infittisce a mano a mano che le indagini proseguono e svelano una vera e propria rete di affari celati da assunzioni fittizie,  ma anche permessi edilizi, assegnazioni di strutture abitative popolari e mancati sgomberi di abitazioni occupate indebitamente da chi non ne aveva il diritto.

E’ parte di quanto accaduto nel Comune di Parabita, in provincia di Lecce,  sciolto per mafia dal Governo lo scorso 17 febbraio a seguito dell’accertato inquinamento in ambito amministrativo di affari pubblici nei quali si sarebbe introdotto il Clan Giannelli con l’ausilio di alcuni esponenti politici.

Un vero e proprio scambio di favori in cambio del consenso elettorale che affonda le sue radici nel 2'015, quando il vicesindaco Provenzano fu arrestato nell’operazione che tradusse in carcere 22 persone. Il 4 marzo scorso, la firma ad opera del Presidente della Repubblica del decreto di scioglimento del Comune e la formazione di una commissione straordinaria con il compito di gestire l’amministrazione fino a nuove elezioni.

Dalle ricostruzioni del Viminale emerge in modo incontrovertibile che Provenzano dispensasse assunzioni fittizie all’interno della ditta operante nel comparto della raccolta dei rifiuti, erogando compensi a mezzo voucher per un lavoro che fattivamente non veniva svolto. Non solo, si aggiungono inoltre assegnazioni di alloggi popolari a richiedenti sprovvisti dei requisiti per l'assegnazione e mancati sgomberi di occupanti non aventi diritti alle abitazioni. un racket che attesterebbe la collusione degli ambienti politici con la malavita locale. Tutti fatti riconducibili alla relazione con cui, il ministro Minniti, proponeva lo scioglimento del Comune e nella quale il Vicesindaco di Parabita veniva descritto "veicolo consapevole per favorire  interessi criminali". Ne dà testimonianza la fotografia insieme al figlio del boss Giannelli ed i commenti di attestazione di vittoria apposti su Facebook che seguivano all'esito elettorale, simbolo del sostegno al candidato risultato vittorioso.   

Valentina Petrucci 
 



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