A Frigole, 35 famiglie vivono senz’acqua. Foresio: ‘la responsabilità è solo del Comune’

Sulla vicenda delle oltre 35 famiglie che a Frigole non hanno ancora l’allaccio all’acqua pubblica Paolo Foresio non ha dubbi: le responsabilità sono tutte dell’Amministrazione Comunale di Lecce, che cerca, come al solito, di scaricarle su altri enti.

Sembra assurdo in un paese civile come l’Italia, ma per alcune famiglie di Frigole che vivono in abitazioni non allacciate alla rete idrica e fognaria, con i tubi dell'Acquedotto pugliese fermi a centinaia di metri di distanza, l’acqua è ancora un sogno. “Sembra che il tempo si sia fermato a 40 anni fa” raccontano alcuni residenti mentre muniti di taniche da riempire alla fontana della piazza. Paolo Foresio,  Capogruppo del Partito Democratico al Comune di Lecce sa bene contro chi puntare il dito.
  
Le responsabilità – dice – sono tutte dell’amministrazione che cerca di scaricarle su altri enti. «Da Palazzo Carafa sostengono che la colpa sia di Acquedotto Pugliesesi legge in una nota a firma del capogruppo PD – ma in commissione Lavori Pubblici finalmente si è svelato l’arcano: l’iter prevede che l’Acquedotto realizzi le opere per conto dell’Autorità Idrica Pugliese – della quale, per inciso, il sindaco Perrone è stato presidente fino a qualche mese fa – che, a sua volta, recepisce l’ordine di priorità degli interventi direttamente dagli uffici comunali».  Insomma, trovato il bandolo della matassa secondo Foresio appare chiaro che se l’allaccio all’acqua pubblica è rimasto un'eterna promessa la colpa è solo e soltanto del Comune: «Quindi, se più di 35 famiglie a Frigole sono ancora senza un bene così prezioso continua – bisogna ringraziare l’amministrazione comunale che, in tutto questo tempo, ha indicato altre priorità».  
 
E nemmeno, ci si può nascondere dietro il pretesto di non sapere se la proprietà delle strade sia del Comune, dei privati o dell’ex Ersap perché secondo Foresio, «bastava fare una veloce verifica, per la quale non penso proprio si possano impiegare dieci anni».
 
La speranza è che si possa giungere ad una rapida soluzione e «che si smetta di considerare le marine di Lecce e i loro residenti come cittadini di serie B». Il problema, infatti, è comune e oltre alle marine leccesi riguarda anche la zona di Borgo San Nicola. 



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