Una misura destinata a fare ancora discutere, che ha sempre diviso correnti di pensiero differenti quasi – potremmo dire – 'dall'alba dei tempi'. C'è chi però accoglie la notizia con molta positività; o meglio, mediante grandissima soddisfazione. Recente è, infatti, l'accordo sottoscritto tra i Ministeri della Salute e della Difesa che ha individuato lo Stabilimento Chimico Farmceutico di Firenze, dove già vengono prodotti i cosiddetti farmaci orfani, per la produzione della cannabis ad uso terapeutico.
Il deputato parlamentare salentino PD, Salvatore Capone, la definisce – attraverso una nota stampa – una "bellissima notizia soprattutto per tutte quelle persone affette da malattie anche rare e fortemente invalidanti e che oggi nell’apertura del Governo trovano un ottimo motivo di soddisfazione'" Non solo. "l’avvio della produzione – prosegue – rappresenta un passo avanti estremamente significativo, la dimostrazione che nel nostro Paese le cose possono cambiare e che non sempre i pregiudizi e le riserve mentali hanno la meglio”.
E’ precisamente quello che recitava l’ordine del giorno presentato dall'esponente PD leccese (peraltro componente della Commissione Salute e Affari sociali della Camera), approvato dalla Camera il 30 aprile scorso in sede di conversione in Legge del Decreto 20 marzo 2014 n.36: 'impegnare il Governo “a valutare l'opportunità di incaricare, ai fini della produzione e preparazione dei farmaci, e attraverso un Protocollo tra Ministero dell’Interno, Ministero della Difesa e Ministero della Salute, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, considerati i segnali di grande attenzione giunti in questa direzione dai responsabili dello Stabilimento, per la produzione di medicinali cannabinoidi destinati ai pazienti italiani'.
Nel testo dell’Odg Salvatore Capone affrontava la delicatissima situazione dei pazienti e dei malati di Sla, intravedendo nel divieto di coltivazione della cannabis a fini terapeutici nel nostro paese una sorta di lesione del diritto di cura. E tutto ciò anche nonostante l'emanazione di numerose leggi regionali – non ultima quella pugliese – volte a garantire la distribuzione gratuita di farmaci e preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per uso terapeutico, ma con la difficoltà concreta, negli stessi territori, incontrata quotidianamente da uomini e donne affetti da patologie gravi e gravissime.
"Come facciamo a garantire per i pazienti – scrive Capone – quello che dovrebbe essere prassi secondo Leggi dello Stato e Leggi regionali? Il diritto alla Salute è un diritto non negoziabile e d’altra parte quasi quotidianamente leggiamo di ricerche scientifiche che attestato e confermano il grande valore terapeutico della cannabis non solo nelle terapie ma anche nella qualità di vita che in questo modo si può garantire".