Amministratori condominiali in coro:’Troppe morosità, costretti a sospendere il pagamento dei fornitori’

Gli amministratori condominiali locali devono far fronte a troppe morosità da parte degli inquilini; davanti a tale situazione, potrebbero sospendere il pagamento ai fornitori, interrompendo i servizi essenziali

Negli alloggi pubblici si registra un crescente tasso di morosità. Inoltre, una parte degli inquilini corrisponde le somme dovute in ritardo rispetto alla scadenza. Situazioni che alle spalle vedono in primo piano condizioni economiche difficili; la crisi colpisce duramente le famiglie e tale aspetto implica situazioni di vero disagio. È il caso degli immobili dell’Agenzia Regionale per la Casa e l’Abitare – Arca ed ex Iacp – che fino ad oggi abbiamo conosciuto dal racconto (a volte disperato) degli abitanti. Oggi però, attraverso una nota stampa pervenutaci in redazione, sono gli amministratori condominiali a far notare il loro punto di vista.

Nel comunicato di ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari) vengono sottolineati i continui ritardi nei pagamenti che penalizzano anche gli assegnatari in regola con le quote. Non solo. Gli stessi amministratori potrebbero vedersi costretti a sospendere i pagamenti verso tutti i fornitori, interrompendo i servizi: luce, acqua, manutenzione ascensori, spazi verdi, puliza scale, spurgo dei pozzi e via dicendo. Ne pagherebbero le conseguenze anche le ditte fornitrici ed appaltatrici di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che, pur risultando creditrici nei confronti dei condomini, non riuscirebbero più a far fronte alle scadenze fiscali.

Se ne devono fare carico la Regione Puglia e le Arca (ex Istituti autonomi per le case popolari)”, gridano all’unisono gli amministratori. C’è da aggiungere che purtroppo – nonostante gli incontri con l’Ente proprietario – non è stato ottenuto alcun risultato. Così gli amministratori si vedono impossibilitati a garantire i servizi nelle Autogestioni e nei condomini.

Davanti alle numerosissime richieste di rimborso non è stato effettuato alcun pagamento, facendo esplodere, parallelamente, il tasso di morosità; non solo per la crisi (in questo caso, si parla di morosi ‘incolpevoli’, perché disoccupati o in cassa integrazione), ma anche per gli accordi intercorsi tra ex Iacp e Acquedotto pugliese; che, purtroppo, non sono serviti a tamponare l’emergenza.



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