Continua il lungo travaglio dei lavoratori della partecipata Alba Service, società in fallimento gravata da un deficit complessivo di circa 6 milioni di euro e debiti per 7,2 milioni.
In mattinata la Fisascat Cisl e i rappresentanti delle sigle sindacali di Cisl, Uil e Cgil si sono confrontati con la direzione dell’Inps di Lecce sulle lungaggini burocratiche che hanno bloccato l’erogazione della cassa integrazione a favore dei dipendenti. Promesso con un accordo siglato lo scorso 17 aprile a Bari alla presenza della Provincia di Lecce, della Asl e delle organizzazioni sindacali, il sussidio non è mai stato elargito, e la concessione della Cassa Integrazione in deroga per l’intero 2019 millantata dalla Regione Puglia è rimasta lettera morta, costringendo i lavoratori a vivere senza sussidio da ormai 8 mesi.
L’incontro con la direzione Inps di Lecce non ha sciolto il nodo della partecipata, ma dal colloquio è emersa la necessità di una circolare esplicativa che la direzione nazionale di Inps dovrebbe emettere per sbloccare il prolungato impasse. Le sigle sindacali, che già lo scorso giugno avevano minacciato scioperi e proteste, puntano il dito contro la negligenza delle istituzioni, sorde agli incessanti appelli susseguitisi in questi mesi di silenzio.
“Ad oggi, nonostante le rassicurazioni verbali ad ogni livello istituzionale, l’erogazione del sussidio non è avvenuta e i lavoratori di Albaservice sono a secco da ormai 8 mesi”, spiega in un comunicato Alessandro Monosi di Fisascat Lecce, con una denuncia che si unisce alle sollecitazioni con cui aveva esortato la Regione Puglia a velocizzare il procedimento di erogazione del sussidio ormai settimane fa. Gli appelli e le minacce di sit-in avanzate dai sindacati non hanno sortito alcun effetto, e l’inerzia che ha accompagnato il trascorrere dei giorni ha spinto il portavoce della Fisascat cisl di Lecce a richiedere un intervento del ministro per il sud Barbara Lezzi affinché interceda con i vertici di Inps.
“Mi rivolgo al ministro per il sud Barbara Lezzi – scrive Alessandro Monosi- che possa per tramite del proprio ruolo sollecitare l’ente Inps nazionale a produrre nel più breve tempo possibile il documento mancante al completamento del l’iter amministrativo utile al pagamento di oltre 100 lavoratori. È inammissibile- conclude- che nell’era della semplificazione burocratica la mancanza di un documento affami i lavoratori e le proprie famiglie”.