Con l’accordo siglato lo scorso 17 aprile a Bari alla presenza della Provincia di Lecce, della Asl e delle organizzazioni sindacali, i dipendenti della partecipata Alba Service avevano tirato un sospiro di sollievo alla promessa della Regione Puglia della concessione della Cassa integrazione in deroga per l’intero 2019.
A seguito dell’intesa, la società in fallimento Alba Service si era impegnata a revocare la procedura di licenziamento collettivo per 29 assistenti sociali e a trasmettere l’istanza per l’erogazione del sussidio nei confronti di 105 lavoratori “nel più breve tempo possibile“, secondo quanto sottoscritto nel verbale.
Ma le lungaggini burocratiche, a distanza di tre mesi dall’accordo, raccontano una storia diversa, e la boccata d’aria tirata dai dipendenti alla firma dell’accordo ha lasciato spazio a una quiete soffocante causata dalla mancata erogazione della cassa integrazione.
Costretti senza sussidio da 6 mesi e in affanno a causa delle turbolenze che da anni scuotono la partecipata su cui grava un deficit complessivo di circa 6 milioni di euro e debiti per 7,2 milioni, i dipendenti tornano con il fiato sul collo e minacciano nuove mobilitazioni.
“L’assenza dell’ammortizzatore sociale ha spinto i lavoratori sul lastrico, specie le famiglie monoreddito dove le difficoltà sono ormai insuperabili”, rende noto in un comunicato Alessandro Monosi della Fisascat Cisl di Lecce. “Pertanto – continua – sollecitiamo Regione Puglia ed Inps all’immediata soluzione del problema in tempi rapidissimi. Se dovesse persistere il problema, già dai prossimi giorni organizzeremo dei sit-in di protesta presso le sedi preposte”.