Blasi, su innovazione e ricerca nel Mezzogiorno, Pd pugliese poco cosciente

Il documento sul mezzogiorno approvato dalla direzione regionale del Partito Democratico? Per Sergio Blasi si tratta di una visione della realtà pallida e per certi versi timida,

L’analisi parte dal rapporto della Commissione Europea su innovazione e ricerca negli Stati membri, una fotografia che vede ancora una volta la Puglia ai margini dello sviluppo innovativo, appena un gradino sopra la Romania. Ma poi Sergio Blasi va oltre e chiama doverosamente in causa la politica, tutta la politica. “Questi dati non possono che interrogare la classe politica pugliese sul cammino compiuto e su quello da intraprendere per sfruttare al meglio l’occasione – l’ultima – che ci viene offerta dalla programmazione europea.”

 Non tarda così ad arrivare anche la bacchettata al suo partito: “A interrogarsi deve essere prima di tutto il Pd pugliese, la cui direzione regionale ha approvato lunedì un documento sul Mezzogiorno nel quale manca una presa di coscienza sui temi dell’innovazione e dello sviluppo con una declinazione vecchia e superata della questione meridionale. È bene che il Pd e il centrosinistra ne parlino apertamente anche perché entriamo in una fase nella quale la politica tornerà in subbuglio in vista della fine della legislatura e dell’emersione di proposte di governo per la prossima. Due anni fa, con gli stati generali del centrosinistra, boicottati dall’interno e dall’esterno del Pd, provai ad avviare questo percorso di merito. Penso che riprenderlo oggi sia ancora fondamentale.”
Insomma, sviluppo e innovazione come autentica chiave di volta per quella ripresa che non può partire senza una vera e propria consapevolezza della società civile e della sua rappresentanza politica. “Non può esserci altra priorità se non l’innovazione delle reti di comunicazione. Trascurare questo tema così urgente significherebbe svilire ogni potenzialità, anche di quei comparti in crescita, come il turismo, l’agroalimentare e il manifatturiero ad alta carica innovativa, che rischiano di restare fuori dall’accesso al mercato mondiale. Entro il 2014 l’Europa si è data l’obiettivo di eliminare il digital divide ed entro il 2020 quello di dare la banda larga a tutti e quella ultra larga al cinquanta per cento della popolazione. In Puglia siamo indietro. Nella nostra Regione ci sono ancora aree non raggiunte dall’adsl. L’infrastruttura per la banda larga copre una porzione troppo limitata di territorio per pensare che saremo in grado di rispettare l’obiettivo europeo. A marzo dovrebbe partire il primo bando per la banda ultralarga. Dovrebbe. Le imprese pugliesi sono penultime d’Italia per raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale. La Regione Puglia è all’ultimo posto per la trasparenza digitale degli atti amministrativi. Tutti insieme questi ritardi sono una ipoteca su qualsiasi ipotesi di sviluppo futuro. Il Governo e nell’ultimo anno di legislatura la Regione Puglia devono darsi una mossa per recuperare.
E dopo le infrastrutture digitali, sono certamente quelle reali, quelle del trasporto ad essere messe sotto la lente di ingrandimento: “Nel Salento, la parte più dinamica della regione dal punto di vista della crescita del turismo, oggi sono in costruzione centinaia di chilometri di strade a quattro corsie, la maggior parte dei quali inutili e risalenti a progetti datati trent’anni fa, ed è ancora al palo la realizzazione di un sistema di trasporto pubblico sostenibile sulla vecchia rete delle Ferrovie Sud Est.  Un sistema che sarebbe accessibile soprattutto a chi sceglie di andare in vacanza senza l’automobile. I costi ambientali di questa politica sono sotto gli occhi di tutti: la distruzione del paesaggio. Ma ci sono anche costi economici nei termini di perdita di attrattività. Le rilevazioni sui flussi turistici ci dicono infatti che, se da una parte il turismo cresce, dall’altra una consistente fetta di turisti non ritorna. Se questo accade è perché non riusciamo a garantirgli una comoda esperienza di viaggio, proprio a partire dai trasporti pubblici. Mi spiego con un esempio: come si fa a non immaginare nella rete ferroviaria locale un secondo binario dall’aeroporto di Brindisi verso il Capo di Leuca, che attraversi tutto il Salento, in modo da favorire i turisti che arrivano in aereo da ogni parte d’Europa? Perché invece continuiamo a investire sull’asfalto per potenziare il trasporto su gomma su brevi tratti? Innovativo, allora, per la politica pugliese sarebbe anche progettare lo sviluppo dei trasporti a partire dai bisogni reali. Parliamone, dunque, a viso aperto. Anche perché tutto ciò nel generico documento sul Mezzogiorno approvato dalla direzione regionale del Pd pugliese non c’è traccia.