Lecce, verso le amministrative. Re Carlo gira per quartieri e cantieri, il centrodestra è sparito

Data sempre per imminente, la candidatura del centrodestra a sindaco di Lecce stenta ad arrivare. Lisi, Pagliaro e Poli Bortone attendono ancora di sapere il loro destino.

Mentre Carlo Salvemini fa il giro dei quartieri e dei cantieri, incontra i cittadini e prova a ricucire un rapporto che si era sfilacciato con i leccesi cosa succede al centrodestra? Niente, encefalogramma piatto. Sparito dai rader come avevamo profeticamente anticipato qualche mese fa, all’ indomani della morte di Silvio Berlusconi, parlando dell’eredità tradita nei confronti di chi il centrodestra lo aveva inventato da Bolzano a Palermo.

Ciò che sorprende più di tutto, se di sorpresa si può parlare, è il silenzio di quel mondo di associazioni di area che il giorno dopo il Salvemini-bis aveva cominciato a scendere in campo per preparare la battaglia elettorale del 2024. ‘Per evitare che si arrivi impreparati a quella data, noi ci diamo da fare coinvolgendo i cittadini e provando a dare una casa a quello spirito di centrodestra che a Lecce si è sempre respirato‘. Questo più o meno il senso – scusate la sintesi – di numerose dichiarazioni.

Al tavolo di coalizione – chissà perché il T9 tira fuori sempre la parola ‘colazioni‘ invece che ‘coalizioni‘ – i partiti (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Udc) sedevano di malavoglia. Ma la pletora di movimenti, partitini e associazioni pluri o mono personali rendevano il clima frizzante: Movimento Regione Salento, Io Sud, La voce di Lecce, Movimento in libertà, Voce Nazionale, Mpl, Valori e Rinnovamento, Movimento Nuovo, Sentire Civico…tutti si davano da fare per costruire l’alternativa a Re Carlo.

Se aspettiamo i partiti…arriveremo a maggio con il rischio di consegnare la vittoria sul piatto d’argento al sindaco uscente, magari rigenerato dalle Primarie, perché a Sinistra proveranno pure a sgambettarlo ma non ci riusciranno’.

Sputa che incolla, direbbero quelli che parlano bene, i fatti sono andati proprio così. Siamo a metà gennaio e ancora non si è fatta alcuna sintesi. E quelle associazioni e quel movimentismo che sembravano così dinamici sono scomparsi.

Magari meglio non inimicarsi i capi, i leaders…che un buon posto in lista, nelle loro liste, possono sempre trovarlo.

Perché allo scegliersi della neve, alla fine, i sassi riemergono sempre e il cammino si fa pieno di inciampi. Altro che scivolata semplice verso la vittoria.

Buche, cantieri diffusi e piste ciclabili non basteranno più come spauracchio. Perché poi conta pure la credibilità e quella è merce preziosa, che non si trova nel cortile di casa. La credibilità è un po’ come il coraggio di don Abbondio, puoi sempre sbandierarla…ma se non ce l’hai non puoi andarla a comprare alla chiazza cuperta.



In questo articolo: