Caos Brindisi, la telenovela continua: il sindaco Carluccio si dimette, ma…

Con un colpo di scena e d’anticipo sulla possibilità di essere sfiduciata in consiglio comunale o che i 17 consiglieri intenti a mettere fine al suo mandato davanti a un notaio dessero atto ai loro propositi, la prima cittadina di Brindisi, ha rassegnato le sue dimissioni.

Brindisi e la politica, un binomio che difficilmente ha mai riscontrato grossi successi in quel del capoluogo messapico. Laddove in provincia, nel Salento e in tutta la Puglia in generale, infatti, la storia ci ha, quasi sempre, consegnato amministrazioni che hanno avuto la capacità e le competenze di perdurare quei due lustri necessari a dire che qualcosa, per le rispettive comunità, la si era fatta o, quantomeno, si era provato a farla, a memoria d’uomo non c’è nessuno che possa, invece, affermare lo stesso per il centro adriatico dove, tra sindaci arrestati, dimissionari e commissari prefettizi, da almeno trent’anni non si vede un primo cittadino che mai abbia potuto vantare un mandato pari a quello dei suoi altri colleghi del nostro territorio.
 
Alle 16:30 di ieri, 24 gennaio 2017, quindi, dopo un tira e molla andato avanti sin dal primo momento successivo alla sua elezione, anche ad Angela Carluccio, dopo soli otto mesi dall’ultima tornata elettorale, è toccata la stessa sorte dei suoi predecessori.
 
La sindaca di Brindisi, prima donna a ricoprire questa carica e a farne della declinazione al femminile un suo cavallo di battaglia, dribblando chi avrebbe voluto staccare la spina alla sua giunta davanti a un notaio e chi, viceversa, avrebbe voluto farlo in consiglio comunale, ha rimesso il suo incarico con, a suo dire, “l’intento di rilanciare e allargare il suo progetto politico”.
 
Cosa voglia dire questo “rilancio politico” non è chiaro saperlo dacché, sulla carta almeno, ci sarebbero le 17 firme necessarie, e con tanto di protocollo, a decretare la fine della sua breve parabola politica.
 
Il condizionale, inoltre, è doppiamente d’obbligo dal momento che neppure fra i consiglieri pronti a sfiduciare la prima cittadina c’è accordo su tempi e modalità: tra chi spinge per elezioni subito, chi auspica un commissariamento di un anno e mezzo e chi, provocatoriamente, ne invoca uno lungo almeno dieci anni per “dare la possibilità a una nuova classe politica di sostituirsi a quella attuale fatta in gran parte da ex e figli di ex amministratori o semplici eletti”, le sorti della città restano ancora incerte mentre fondi e opportunità di sviluppo si riducono sempre più a uno sbiadito miraggio che, di questo passo, rischia seriamente di scomparire segnando irrimediabilmente il destino di Brindisi e dei brindisini che, va altrettanto detto, questi politici se li sono comunque scelti e votati liberamente da sé.
 
Stando alla legge, Angela Carluccio ha venti giorni di tempo per tornare su suoi passi qualora ce ne fossero le condizioni.
 
Insomma, la telenovela continua…
 
di Luca Nigro



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