Caso farmaci introvabili nel Salento, Bellanova interroga il Ministro Lorenzin

L’on. Teresa Bellanova presenta subito interrogazione al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dopo la denuncia di ‘Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del Malato’ riguardante il caso di una signora salentina che non riusciva a reperire un farmaco specifico in provincia.

Dopo la denuncia di 'Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del Malato' riguardante il caso di una signora salentina che non riusciva a reperire un farmaco specifico nella provincia di Lecce, l'on. Teresa Bellanova ha subito presentato un'interrogazione al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: "I diritti alla salute dei cittadini non sono legati a nessuna logica di mercato o profitto". 

Un allarme lanciato da "Cittadinanzattiva Tribunale per i Diritti del Malato" – che ha denunciato la mancanza di farmaci essenziali nel Salento – è giunta anche alle orecchie della deputata PD salentina, Teresa Bellanova. E dopo aver appreso la notizia dagli organi di stampa, la parlamentare ha subito presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro della SaluteBeatrice Lorenzin, per sapere quali azioni il governo voglia intraprendere "affinchè i diritti dei cittadini bisognosi di cure siano rispettati  e se non ritenga opportuno avviare con celerità un confronto serrato con tutti gli attori della filiera del mercato farmaceutico affinchè tutti assumano la responsabilità di una problematica, con un conseguente impegno ad affrontarla rapidamente, che non certamente può essere scaricata sulle spalle delle persone malate".

Il caso riguardante una donna salentina, affetta da carcinoma mammario, che non riusciva a reperire il farmaco Alkeran è immediatamente circolato negli ambienti locali e nazionali. Medicinale che peraltro pare non abbia un corrispondente generico con lo stesso principio attivo. Sembrerebbe che il farmaco non fosse reperibile in Italia, ma poteva essere acquistato all’estero ad un prezzo maggiorato, passando così dal costo nostrano di 5,65 euro a ben 40 eurosembrerebbero essere 180 i farmaci che sul territorio nazionale si fa fatica a reperire, medicinali che per lo più si impiegano ad esempio per patologie tumorali, antidepressive, ipertensive e per il morbo di Parkinson.

"Dai resoconti di stampa emerge un pericolo – prosegue Bellanova nella sua interrogazione – vale a dire che i farmaci siano esportati e collocati su mercati esteri per una mera questione di utili, visto che sono venduti a prezzi molto più alti; numerose le associazioni italiane che nel corso delle ultime settimane hanno denunciato la mancanza nelle farmacie di una serie di importantissimi medicinali".

All’AIFA è stato attribuito il potere di redigere “specifici elenchi di farmaci dei quali sarà per tale via limitata l’esportazione, al fine di garantire il servizio pubblico sanitario e soddisfare le esigenze di tutti i pazienti. Tali farmaci dovranno necessariamente essere detenuti dai  grossisti e dalle farmacie”. Una misura che evidentemente non è sufficiente, dato che le associazioni dei consumatori e dei malati continuano a denunciare un fenomeno che tende, purtroppo,  a crescere e a creare forti preoccupazioni nelle persone che necessitano di cure. 

L’esportazione parallela è una pratica prevista dalla normativa europea, applicata quando il mercato estero offre condizioni di vendita sensibilmente più vantaggiose di quelle presenti sul mercato interno. Ma a parere della stessa Bellanovai diritti dei cittadini che necessitano di cure non possono essere piegati alla logica di alcun mercato o alcun profitto, come peraltro impone la nostra Costituzione, che guardacaso all’art.32 reca “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.