Continua la corsa della cassa integrazione in provincia di lecce. A rivelarlo è il sesto rapporto elaborato dalla uil – servizio politiche del lavoro, su dati inps. Nel mese di giugno, infatti, si registra un aumento del 175% delle richieste rispetto al mese precedente, mentre a livello regionale le richieste sono in netto calo (-85,3%). Ammontano a 585.425 le ore di cig complessivamente autorizzate a lecce e provincia nel mese di giugno, contro le 212.717 di maggio. A incidere sul dato generale è soprattutto l’exploit della cig in deroga, che passa da 2.304 a 193.131 ore. Più che raddoppiate, inoltre, le richieste di cig straordinaria (da 85.332 a 153.276, +79,6%) e cig ordinaria (da 125.081 a 239.018, +91,1%).
“Gli incrementi che registriamo da mesi nella nostra provincia sono da capogiro”, commenta salvatore giannetto, segretario generale uil lecce. “con i dati di giugno – osserva – si può fare una prima riflessione, quella di metà anno, che consente al sindacato, ma anche alla politica e alle aziende di comprendere come, e se, la “ripresina” si stia consolidando o se, come temiamo, essa è frutto di una polarizzazione che vede solo alcune imprese crescere e molte altre in sofferenza. Le ristrutturazioni e le crisi aziendali permangono, i limiti temporali (durata) imposti dal jobs act, unitamente al maggior costo, possono spingere alcune realtà produttive a rinviare ammodernamenti e ristrutturazioni”.
Qualche altro numero. Nel primo semestre 2017, sono state autorizzate complessivamente 1.642.501 ore di cassa integrazione, di cui 664.249 di cig ordinaria, 767.991 ore di cig straordinaria richiesta per riorganizzazione e crisi aziendali (295.368) e solidarietà (472.623), 210.262 ore di cig in deroga (il 487 per cento in più rispetto al primo semestre 2016). È l’industria il settore che ricorre di più all’ammortizzatore sociale, seguito da edilizia, commercio e artigianato.
“Di fronte a questa situazione – sottolinea giannetto –, occorre la consapevolezza politica di intervenire con urgenza sul rafforzamento della rete delle politiche attive come unico viatico in favore di persone in cerca di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro. Nelle prossime settimane si aprirà un confronto con il governo sui temi della crescita e del lavoro”.
“naturalmente – conclude – per noi non ci può essere antagonismo tra la protezione sociale (ammortizzatori sociali) e le politiche attive, convinti che l’obiettivo prioritario non può che essere far lavorare, bene, il maggior numero di persone”.