Una campagna elettorale fredda, freddissima, perfettamente in linea con il gelo che ha investito l’Italia da Nord a Sud, per l’ultimo colpo di coda dell’inverno.
Fredda, dicevamo, ma, capiamoci, non soltanto per le temperature. Vero è che con l’asticella sotto lo zero certo non si potevano organizzare con facilità molti incontri in piazza, a diretto contatto con gli elettori: non vogliamo rispolverare i cari vecchi comizi perché ormai strumento desueto, ma certo sarebbe stato meglio vedere i candidati un po’ di più per le strade, tra la gente, piuttosto che ricevere questo o quell’invito in questo o quell’ hotel per partecipare ad incontri di apertura o chiusura di campagna elettorale.
Il confronto, come sempre, proprio come vuole la politica 2.0 ormai, si è consumata sui social, nemmeno nei comunicati stampa che, va detto, le redazioni hanno ricevuto in un numero esiguo. Le conferenze stampa, poi? Poche ombre.
A parte qualche candidato che, come da tradizione, ha voluto comunicare tappa per tappa le date dell’agenda elettorale con cadenza giornaliera, molti altri si sono defilati magari perché partiti già scontenti per il toto nomi che ha lasciato un bel po’ di aspiranti a casa al momento dell’ufficializzazione delle liste.
Il dibattito è stato incalzante in tv, nelle trasmissioni a tema politico, in cui i leader di partito si sono presentati e confrontati sulle tematiche più importanti: dal lavoro alle pensioni, dalla sicurezza alle tasse. Null’altro.
Insomma, una campagna elettorale che certo non passerà alla storia perché ‘vissuta’ dagli elettori. Elettori che, possiamo dirlo senza sembrare stucchevoli, non sono stati raggiunti al cuore. Vogliamo chiamarla disaffezione? Perdita di interesse? Chiamatela come volete, ma sentirsi rispondere tanto spesso alla domanda “Chi voti?”, “Non so, tanto sono tutti uguali” non è piacevole, non lo è per un cittadino che desidera che qualcosa cambi davvero.
E allora, domani siamo chiamati a presentarci alle urne. Non importa a quale schieramento appartenete – o appartenevate – ma presentatevi, armati di documento d’identità e tessera elettorale, anche se poi la scheda decidete di lasciarla bianca. Se poi volete apporre la croce, fatelo con consapevolezza, magari sapendo a quale nome andrà il vostro voto. Esercitate quello che è ancora e sarà sempre un diritto.
