Chiusura Corti d’Appello, se ne discute in Consiglio Comunale: ed è polemica

Il Consiglio Comunale di Lecce discute oggi della chiusura delle Corti d’Appello ponderata dal Governo. Ancora non esiste nulla di certo, ma la discussione prende avvio. Signore(FdI-An):’Sarebbe una decisione illogica’. Marra(PD):’Battaglia di tutti, non solo del sindaco’.

Ancora non si possiedono certezze, né documenti ufficiali. Tiene banco però la discussione circa le intenzioni – da parte del Governo – di “tagliare” alcune Corti d’Appello, conservandone, pare, una per regione. Uno spauracchio, questo, che pone in essere la fatidica domanda: cosa accadrà a quella del capoluogo salentino? L’argomento ha riecheggiato nell’aula consiliare di Palazzo Carafa, stamattina, durante il consiglio comunale. Documenti precisi, al momento, non ne esistono. Si può partire, però, da una bozza di legge delega ad opera della Commissione Vietti dalla quale partire, cercando di tracciare una strada. Di certo non elenca direttamente gli uffici giudiziari destinati a chiudere i battenti, ma conferisce una serie di indicazioni sui criteri che dovrebbero venire adottati.

Ma come dovrebbe avvenire questa “sforbiciata”? In base a quattro criteri: abitanti nel distretto di Corte d’Appello; estensione del territorio; rapporto tra giudici e abitanti; carichi di lavoro nel distretto. Ci sono realtà, come ad esempio Miliano, che erogano servizi per oltre 6 milioni di abitanti, a quello di Campobasso con addirittura meno di 314mila. In mezzo, si collocano Lecce e Brindisi con più di un milione di abitanti. Capitolo estensione territoriale: ciascun distretto dovrebbe possedere oltre 10mila chilometri quadrati. In Puglia si va ben oltre, e il testo lo specifica. Spicca per la proliferazione dei distretti la Puglia, che con meno di 20mila chilometri quadrati di territorio ne vanta ben tre (Bari, Lecce e Taranto)”. Favorevole il dato sul rapporto tra giudici e abitanti. Il distretto di Lecce possiede un rapporto di un giudice ogni 7mila abitanti e un pubblico ministero ogni 26mila abitanti. Numeri che, insomma, consiglierebbero quindi di mantenere le cose così come stanno. Sui carichi degli uffici, infine, la commissione parla di una vera e propria zavorra che, ovviamente, incide sull’efficienza degli uffici di secondo grado.

Sebbene, ripetiamo, non sussistano decisioni definitive in merito, la cittadinanza appare comunque un tantino preoccupata. E l’Amministrazione Comunale ne ha discusso proprio stamattina. “Portare a ridurre una corte d’appello per ogni regione, quindi in Puglia solo a Bari, tagliando le Corti ‘superflue’ che hanno bacini di utenza ‘esigui’ per configurare un modello sostanzialmente monoregionale”. Così il consigliere comunale Pierpaolo Signore di Fratelli d’Italia AN, che prosegue:“Ciò determinerebbe un’ulteriore concentrazione di interessi attorno alla città capoluogo di regione e una ancor più grave penalizzazione delle province salentine, già messe a dura prova da un reiterato baricentrismo che ha in Emiliano il suo interprete principale, con la complicità del Pd locale troppo disattento nella reale difesa del territorio”.

“La nostra gente chiede, con sempre maggiore vigore e decisione – continua – di resistere a questa nuova illogica, ingiustificata, ingiusta decisione. I motivi per resistere sarebbero tanti, sicuramente vi è l’esigenza di non restare in balia della criminalità organizzata, dei furbetti, dei prepotenti e di ogni malaffare che quotidianamente i nostri magistrati combattano coadiuvati dalle forze dell’ordine e dal personale amministrativo”. “Allora non c’è più tempo da perdere! Occorre avviare iniziative istituzionali, sociali e politiche per convincere il governo Renzi a desistere da questa scelta sciagurata. Fondamentale – conclude – che ciascuno faccia la propria parte per scongiurare questa ingiustificata soppressione al fine del mantenimento della Corte d’Appello di Lecce e di tutto quanto rappresenta, nel rispetto di quanto essa ha rappresentato in termini di storia giuridica, da Michele De Pietro a Vittorio Aymone!”.

Sull’annuncio della mancata partecipazione del Gruppo Consiliare del PD all’assise comunale odierna interviene Fabrizio Marra, Segretario del PD di Lecce. La posizione del Partito Democratico della città capoluogo è stata quella di non far partecipare il proprio Gruppo Consiliare a “tentativi di sfilata da parte del Sindaco nel prossimo consiglio comunale, in programma venerdì 27 maggio”. “È fuori discussione che il mantenimento della Corte d’Appello di Lecce sia assolutamente indispensabile per questo territorio – prosegue – nonché anche per le provincie di Brindisi e Taranto ad esso limitrofe, tuttavia attribuirsi meriti per una battaglia che è stata di tutti, parlamentari ed amministratori di sinistra e di destra, nonché forze sociali, in un tentativo, anche un po’ goffo, di autocelebrazione, non credo che possa trovare la ‘complicità’ del Partito Democratico di Lecce”.

Pertanto, s’invita il Sindaco – conclude – ad evitare strumentalizzazioni e forme di autocelebrazione, pensando piuttosto ad affrontare, magari anche con consigli monotematici, i tanti problemi che ancora attanagliano Lecce e che avendo davanti oramai l’ultimo anno del suo mandato, rischiano di rappresentare  una triste eredità di inefficienza e di criticità lasciate ai leccesi”.