Il neo governatore della Puglia, Michele Emiliano ha scelto i suoi dieci assessori, il massimo consentito dallo Statuto. Per completare la squadra composta in parte lo scorso 6 luglio mancavano altri tre nomi dopo il rifiuto delle grilline Antonella Laricchia, Viviana Guarini e Rosa Barone che avevano ‘gentilmente’ declinato l’invito di entrare a far parte dell’esecutivo regionale, giunto, un po’ a sorpresa, da parte del Presidente alle prese con il problema della rappresentanza femminile.
Insieme alle tre consigliere del Movimento 5 stelle, cinque assessori (Giannini, Piemontese, Liviano, Leo, Negro) furono scelti consultando il 'popolo delle sagre' chiamato a esprimere la loro preferenza tra una rosa di nomi preselezionati fra i 29 consiglieri eletti nelle file del centrosinistra. Due ‘esterni’, invece, furono nominati direttamente da Emiliano e pescati fuori dal Consiglio: Loredana Capone che si occuperà di Sviluppo economico come nella precedente Giunta e Anna Maria Curcuruto, già dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Bari, alla Pianificazione territoriale).
Con la firma dei decreti di nomina degli ultimi tre componenti della giunta regionale, il Sindaco di Puglia ha scelto il team che lo accompagnerà in questa avventura politica per i prossimi cinque anni.
All’ex prefetto barese, Antonio Nunziante è affidato l’incarico di vicepresidente e le deleghe al Personale, alla Protezione civile, all’Innovazione. Domenico Santorsola, eletto nella lista Noi a sinistra, sarà assessore alla Qualità dell’ambiente, ciclo rifiuti e bonifica, rischio industriale, ecologia. Leonardo Di Gioia, infine, già assessore (al Bilancio) con Vendola e rieletto nella lista Sindaco di Puglia è il neoassessore all’Agricoltura, risorse agroalimentari, alimentazione, riforma fondiaria, caccia e pesca e foreste. Emiliano ha infine nominato il consigliere Ruggero Mennea presidente del Comitato regionale di Protezione civile.
All'inizio, si era pensato di tenere la giunta a sette (5 consiglieri più le 2 esterne) in attesa di modificare lo Statuto e avere la possibilità di nominare più esterni, dunque più donne.