Lecce, niente unità operativa per la cura del tumore al seno. Laricchia: “Donne costrette a rivolgersi al privato”

Questa mattina la candidata 5 Stelle Antonella Laricchia, accompagnata da i consiglieri regionali Casili e Trevisi ha tenuto una conferenza dove sarebbe dovuto sorgere il Punto Rosa.

Sono circa 20mila in Puglia le persone che ogni anno si ammalano di tumore e tra le donne colpite il tumore alla mammella è quello più frequente (con il 29% del totale. Sono numeri non di poco conto e che lasciano riflettere sulle mancanze di un territorio. “In provincia di Lecce manca una unità operativa specifica per la cura del tumore alla mammella, malgrado costituisca la neoplasia più frequente tra le donne pugliesi”.

È così che esordisce Antonella Laricchia, candidata presidente del M5S alla Regione Puglia, che questa mattina, insieme ai consiglieri regionali Cristian Casili e Antonio Trevisi, ha tenuto una conferenza stampa davanti all’ex dispensario antitubercolare della Asl di Lecce, dove era prevista la nascita del Punto Rosa. “Una carenza molto grave – continua – che disorienta le donne malate e avvantaggia il privato, perché della Rete Oncologica Pugliese per la provincia di Lecce fanno parte anche la Casa di Cura Città di Lecce Hospital e l’Ospedale Panico di Tricase, due strutture private”.

La Rete Oncologica pugliese è organizzata per Dipartimenti e nell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce ha sede il Dipartimento Integrato di Oncologia Salentino, articolato in unità oncologiche cui spetta il compito di erogare le prestazioni in maniera coordinata sul singolo caso dai gruppi di patologia interdisciplinari e centri di orientamento oncologico che devono supportare e orientare il paziente nel suo percorso. Tuttavia, nel prospetto organizzativo della riorganizzazione aziendale dell’Asl di Lecce sarebbe assente una unità operativa specifica per il tumore alla mammella.

“Il Punto Rosa – ha continuato Laricchia – doveva essere il punto di riferimento per il supporto alle donne con tumore alla mammella, con 9 mammografi che avrebbero anche abbattuto le liste d’attesa, mentre al primo piano avrebbe dovuto esserci il consultorio. Chi vive il dramma legato alla malattia deve sentirsi seguito dalla sanità pubblica e non essere costretto ad affidarsi ai privati”.

E non si è fatto di certo attendere l’affondo al Presidente della Regione Puglia. “Per questo abbiamo depositato un’interrogazione per chiedere spiegazioni a Emiliano sulla scelta dell’Asl Lecce di non istituire una unità operativa specifica per la cura del tumore alla mammella. Sperando che tra un giro elettorale e l’altro dedichi del tempo anche ai problemi dei pugliesi”.

A rincarare la dose, poi, ci ha pensato anche i consiglieri regionali in quota 5S. “Da tempo denunciamo i problemi del pronto soccorso del Vito Fazzi – ha aggiunto Trevisi – e chiediamo interventi, che garantirebbero una migliore assistenza e anche più sicurezza agli operatori sanitari. Purtroppo, si continua a lavorare in emergenza”.

“Continua a esserci mancanza di trasparenza e la totale assenza di medicina territoriale” ha concluso Casili. “La sanità deve lavorare a servizio dei cittadini. Il punto rosa dovrebbe funzionare e servire come prevenzione, invece si continua a favorire le strutture private”.

La risposta della Asl

Non si è fatta attendere la risposta da parte dell’Azienda Sanitaria Locale leccese che ha commentato il duro intervento dei 5Stelle capitanati da Antonella Laricchia. “A pochi metri dall’ex Dispensario, sempre nella Cittadella della salute di Lecce, è attivo un centro di senologia di secondo livello con una equipe completa di medici senologi e tecnici di radiologia medica che hanno in dotazione le più sofisticate tecnologie senologiche al momento disponibili”. A farlo sapere sono la Direzione Generale della ASL Dr Rollo, il Coordinatore della Rete Oncologica Pugliese Dr Surico e la coordinatrice della Rete Oncologica della Provincia di Lecce Dr Leo.

“Tra queste – continuano – due mammografi di ultima generazione con ricostruzione di immagine, due ecografi di cui uno dedicato alla sola senologia interventistica, un mammotome , un apparecchio RMN con possibilità di eseguire la risonanza magnetica mammaria. Presso questo centro, vengono effettuati circa 3000 esami anno per la senologia . Viene poi garantito l’intero percorso diagnostico che va dalla visita, mammografia , ecografia, biopsia mammaria eco e mammotome guidata (tra i pochi centri in grado di effettuare biopsia su guida tomosintesi),con la consulenza in loco dello specialista Anatomopatologo. E’ quello il nodo di senologia di secondo livello per la città di Lecce che completa la rete provinciale che vede la presenza di più servizi nell’intera provincia oltre quello presente presso l’ospedale Oncologico. Queste strutture sostengono un capillare programma di screening senologico, rivolto a tutte le donne dai 50 ai 69 anni. Nell’ex dispensario la Asl Lecce trasferirà un consultorio familiare e il servizio per il coordinamento degli screening”.

“La ASL ha poi realizzato in tutta la provincia una complessa rete oncologica che si caratterizza per il trattamento delle principali neoplasie. Il nodo principale di questa rete che è il Vito Fazzi di Lecce che, nell’anno 2019 ha fatto registrate un incremento del 50% dell’utenza, a differenza degli altri siti dove l’incremento è stato più contenuta”.



In questo articolo: