Salvemini, “Lupiae salva, ma non salvata. Sarà l’ultimo intervento. C’è da risanare il bilancio del Comune”

In una conferenza stampa il Sindaco ha esposto il piano per ripianare i debiti della partecipata e ha parlato del bilancio di “Palazzo Carafa” in affanno. Presente anche il vicesindaco Delli Noci che ha tolto qualche sassolino dalla scarpa.

50mila euro da spese di rappresentanza e spese varie del Gabinetto del Sindaco; 45mila euro da spese varie dai capitoli della Giunta; 74mila e 300 dalle mensilità di ottobre e novembre da parte di tutti i membri della Giunta; 89mila 640 dalle mensilità di Ottobre e novembre da parte di tutti i consiglieri comunali e 150mila 560 euro dalle indennità di risultato dei dirigenti. Sono queste le cifre e le voci di spesa da cui verranno attinte, da parte del Comune di Lecce, le risorse per fare sì che la Lupiae Servizi continui a vivere. Un ulteriore intervento questo, dopo i 750mila euro ricavati dal Fondo Rischi del Bilancio 2017 e destinato sempre alla società partecipata.

Nella mattinata di oggi, presso la sala “Open Space”, infatti, si è svolta la conferenza stampa nella quale il Primo Cittadino del capoluogo, ha illustrato il progetto. E non solo.

“Parlo dopo alcuni giorni di silenzio in cui ho ascoltato tantissime inesattezze”, ha esordito il Sindaco Carlo Salvemini.

“In 10 anni si sono stanziati 24milioni di risorse pubbliche per la Lupiae, ringrazio consiglieri, assessori e dirigenti che hanno consentito questo piano straordinario. La partecipata è salva, ma non salvata, dico sin da subito che questo sarà un ultimo e non ripetibile intervento, perché c’è da risanare il bilancio comunale. Adesso dovremo presentare un piano aziendale per fare in modo che la società produca”.

Dal 2014 al 2017, infatti, “Palazzo Carafa” avrebbe accumulato un ulteriore deficit di circa 30milioni, frutto di un disequilibrio tra entrate e spese correnti. Oltre a portare a termine il ripiano 2014/2044, l’Amministrazione è obbligata a ripianare la cifra e può farlo, secondo la Legge, in uno o tre anni, oppure dilazionarlo in massimo 15 anni attraverso la “procedura di riequilibrio pluriennale.

Dal 2010 a oggi, i governi cittadini che si sono succeduti hanno impegnato 102milioni per operazioni straordinarie di risanamento e, in particolare: 48 dal piano di rientro 2014/2044 con il taglio della spesa corrente per 30 anni; 34 da anticipazioni di liquidità da cassa e 20 dal piano delle alienazioni.

Il piano del 2014

Nel 2014 l’Amministrazione ha approvato un piano di riequilibrio trentennale consistente in: cancellazione di crediti inesistenti per circa 80milioni; accertamento di un disavanzo di 48milioni il cui ripiano è stato programmato tramite il taglio della spesa corrente di 1,6milioni l’anno fino al 2044.

Questo riequilibrio non ha funzionato anche perché prevedeva un aumento delle entrate per tre milioni dovuto al riclassamento degli immobili non verificatosi e una diminuzione della spesa per il personale che, invece, dal 2014 è aumentata.

“È chiaro – ha chiosato nuovamente il Primo Cittadino – che un risanamento simile potrebbe comportare enormi sacrifici per la comunità come quella di deliberare al massimo l’aliquota della tassazione locale, che già a Lecce è alta, ma stiamo lavorando per fare in modo che questo non accada e per questo mi sono recato a Roma per parlare con l’Onorevole Francesco Boccia e trovare una soluzione”.

In ultimo preso la parola il vicesindaco Alessandro Delli Noci che non ha perso occasione per togliere qualche sassolino dalla scarpa: “Qualcuno ha cercato di minare l’alleanza tra me e Carlo che si basa su grandissima stima reciproca e un profilo di discontinuità amministrativa rispetto al passato che significa, per esempio, prendere di petto situazioni come quella verificatasi con la Lupiae. Persone a me vicino mi hanno esortato a rispondere, ma sono diventato un ottimo incassatore e ho preferito non farlo.

Il nostro sodalizio, ripeto, si regge sulla stima e sulla voglia di dare un cambiamento serio a questa città e chi ha parlato di commissariamento o di una mia svolta politica non ha fatto il bene di Lecce”.



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