L’Italia ‘si gioca’ Draghi. Finalmente al voto…con una pazza legge elettorale

Cronaca del ‘draghicidio’. Si è trattato di un attentato politico o del suicidio figlio di inesperienza dell’ex banchiere centrale? Attesa per le decisioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Cronaca del draghicidio, vediamo di capirne di più. Innanzitutto: è stato omicidio o suicidio? Si è trattato di una pugnalata di Giuseppe Conte prima e del duo Salvini – Berlusconi dopo o Mario Draghi si è andato a schiantare da solo contro il muro della politica i cui labirinti ha dimostrato di non conoscere alla perfezione? E se si è andato a sbattere da solo, lo ha fatto per aver dato ascolto a cattivi consiglieri o perchè si era stufato di trattare su ogni provvedimento e voleva liberarsi di un peso facendo capire agli Italiani che con la classe politica che si ritrovano non si può costruire nulla?

Il tempo risponderà a queste questioni. Di certo è evidente che l’ex banchiere centrale un po’ se l’è cercata: se si fosse accontentato di una maggioranza di 172 senatori dopo l’approvazione del Dl Aiuti si sarebbe evitato tutta la pantomima dei giorni scorsi. A ben vedere poi, la scelta a crisi conclamata di incontrare riservatamente Letta e di mettere ai voti la sola Risoluzione Casini non è stata un granché (alla fine ha compattato un centrodestra che di compatto sembrava avere ben poco). Sempre ammesso e non concesso che Draghi volesse davvero restare a capo di quella Armata Brancaleone che, a mo’ di Penelope, di giorno disfaceva ciò che faticosamente aveva tessuto nella notte.

Un’Armata Brancaleone che non aveva voluto Draghi alla Presidenza della Repubblica (preferendogli il Mattarella-bis) con il pretesto che il Premier avesse tante cose importanti da fare a Palazzo Chigi fino al 2023. Evidentemente quelle cose da fare non erano così importanti se il Presidente del Consiglio può essere mandato a casa in piena estate. Gli toccherà il solo disbrigo degli affari correnti…che è un po’ come chiedere ad un Premio Nobel di fare qualche ora di supplenza a scuola, come un semplice ‘tappabuchi’.

Vergogna‘ ha titolato il quotidiano La Stampa puntando il dito contro chi ha osato mandare a casa Draghi. ‘Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno’ ha ironizzato ‘Il Fatto Quotidiano‘ che aspettava questo momento dai giorni del Conticidio. L’opinione pubblica si è divisa e certamente saranno i risultati delle urne a far capire come l’hanno presa gli Italiani.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a questo punto dovrebbe sciogliere le Camere e restituire la parola agli Italiani a pochi mesi dal termine della scadenza naturale di quella che è stata definita la Legislatura più pazza del mondo. Ne abbiamo viste di tutti i colori dal 2018 ad oggi, cose da far inorridire. Cose che avrebbero anche potuto essere sanzionate con il ritorno alle urne, a cominciare dal famoso ribaltone con cui si era passati dal Conte I (a maggioranza Lega – M5S) al Conte II (a maggioranza Pd- M5S).

Carta Costituzionale alla mano, Mattarella le aveva esperite tutte per dare un governo al Paese e la scelta di Mario Draghi, il più autorevole e competente tra gli Italiani, sembrava un ottimo punto di caduta. Niente, non è bastato nemmeno il banchiere del ‘whatever it takes‘ a tenere buoni i politici italiani. Ma questo è il gioco e al tempo stesso il valore della democrazia: le scelte le devono prendere non i migliori (quella è l’aristocrazia) ma coloro che sono stati eletti dai cittadini.

Ben vengano le elezioni, dunque. Sempre e comunque. Qualsiasi sia il loro esito. Una domanda però aleggia e non si può fare finta che non venga posta dalla Storia. Siamo proprio sicuri che con questa legge elettorale e con questi partiti, l’esito del voto renderà finalmente tutto più chiaro: chi vince governa e chi perde sta all’opposizione? O può esserci il rischio di ripetere l’esperienza del 2018 dove occorsero quasi tre mesi per formare un esecutivo? Puo l’Italia in pieno autunno caldo (i bene informati sostengono che si voterà il 2 ottobre) fare finta di nulla e giocare la propria partita politica come se il mondo fuori dai propri confini non esistesse?

E infine: nella compilazione delle liste, i partiti saranno in grado di fare sintesi al rialzo o ci propineranno personaggi che nel corso delle ultime due Legislature per quasi 1000 volte hanno cambiato casacca e non certo per interessi superiori?



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