Crisi Leadri, arrivano le proposte per salvare i lavoratori

Si è¨ tenuto questa mattina un incontro in provincia in cui si doveva discutere sul futuro dei lavoratori del Gruppo Palumbo. Tre le proposte avanzate dai sindacati a cui l’ente dovrà dare il suo responso entro venerdè¬ mattina, data in cui è¨ stato convocato un altro vertice.

C’era grande attesa questa mattina per quello che doveva essere un incontro importante in Provincia tra le sigle sindacali, Filea Cgil, Filca Cisl, Fenea Uil, i lavoratori del Gruppo Palumbo e l’azienda, la Leadri Srl. In via Salomi si doveva fare il punto della situazione ed avanzare delle proposte che vanno nella direzione di salvaguardare il futuro dell’azienda. L’obiettivo primario era quello di allontanare lo spettro della mobilità che dovrebbe coinvolgere circa 63 dipendenti dell’azienda. In seconda battuta l’interesse è quello di sbloccare finalmente i lavori relativi alla Regionale 8 che, da troppo tempo ormai, hanno subito un sensibile rallentamento.

Un accordo vero e proprio non è stato raggiunto ma si sono avanzate alcune richieste e proposto degli accordi per cercare di migliorare la situazione. Il vertice si riaggiornerà venerdì 24 gennaio, alle ore 9 sempre nella stessa sede della provincia e,  in quella data, sigle sindacali e lavoratori sperano di ricevere delle risposte positive.

Tre principalmente sono le proposte avanzate dai sindacati e sul quale la Provincia sarà chiamata ad esprimersi entro fine settimana.

“Abbiamo ancora una volta respinto la procedura di mobilità – puntualizza con fermezza Alessio Colella, Fillea Cgil – presentando all’azienda due aspetti da valutare e mettere in atto. Si tratterebbe in definitiva di una procedura di “mobilità volontaria”, ossia la possibilità di ridurre il personale senza creare danno a coloro che hanno una vita lavorativa davanti, essendo comunque ancora molto giovani. Quindi, spontaneamente, utilizzando i quattro anni a disposizione di mobilità, di ognuno, il lavoratore potrà poi accedere alla pensione senza creare alcun danno ai colleghi, dal punto di vista lavorativo”.

Il sindacalista poi si concentra sul secondo aspetto. “la seconda proposta avanzata all’azienda da parte dei sindacati ha a che fare con la messa in atto di un contratto di solidarietà che prevede, soprattutto per i settori cementizio e frantumazione, la possibilità di ridurre l’orario di lavoro, ma allo stesso tempo consente comunque ai lavoratori di poter essere legati all’azienda e non perdere il posto di lavoro. Concretamente significa concedere a tutti la possibilità di lavorare, e la parte “non lavorata” sarà successivamente integrata dallo Stato (70% circa). In una fase difficile, quale quella che stiamo vivendo in questo frangente, – continua Colella – questo tipo di proposte potranno essere una valida alternativa al licenziamento e gli stessi lavoratori hanno accolto il tutto positivamente”.

La terza proposta riguarda la preoccupazione che incombe sul rallentamento dei lavori riguardanti la Regionale 8. “Abbiamo chiesto, sindacati, lavoratori e azienda in maniera unitaria, un tavolo urgente per discutere dell’opera e della sua realizzazione. Siamo preoccupati dal rallentamento della procedura e invochiamo che si cambi direzione in merito. Azienda, Regione e Provincia sono gli attori principali che devono discutere della situazione e tra cui si dovrebbe tenere questo tavolo”.

Ora ci saranno cinque giorni di attesa e la speranza è che si trovi una soluzione che possa andare bene a tutti. 



In questo articolo: