Dalle azioni giudiziarie antitrivellazioni all’inquinamento da metalli nel Sud Salento. Tavoli di riunione in Provincia

Riunione del presidente Gabellone al termine della quale sono state annunciate le azioni legali al fine di bloccare le trivellazioni nei mari. Tavolo anche per i Comuni di Andrano, Diso e Spongano.

Mattinata intensa a palazzo dei Celestini. Il Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, ha convocato un tavolo operativo per rendere ancor più concreta – più di quanto già non fosse – la battaglia giudiziaria a difesa dell’ecosistema marino e dell’habitat naturale delle nostre coste e dei nostri fondali. Sì, perché il numero uno di palazzo dei Celestini ha da sempre sposato la linea “antitrivelle”, contro le trivellazioni sotto forma di introspezioni marine, a ricerca di idrocarburi nei fondali.
 
Come ricorda l’appuntamento in aula consiliare con il governatore di Puglia, Michele Emiliano, anche la Regione è al fianco della Provincia di Lecce e dei comuni salentini interessati.
 
Dalle parole si è passati ai fatti, nella volontà unanime degli enti locali coinvolti ad esperire tutte le iniziative giudiziarie utili supportate da perizie tecnico-scientifiche che diano conto degli impatti negativi delle trivellazioni sull’ecosistema marino e sulle nostre coste.
 
“Regione, Provincia e comuni – afferma Gabellone – sosterranno queste consulenze scientifiche alla base delle istanze cautelari, che saranno presentate a breve, innanzi al Tar del Lazio, per evitare che gli atti oggetto di impugnativa possano procedere ulteriormente, bloccando le introspezioni prima del loro avvio”.
 
Non soltanto di trivellazioni si è parlato oggi in corso Umberto. L’Unione dei Comuni di Andrano, Diso e Spongano, con i rappresentanti istituzionali, ha tirato le fila sulla questione “inquinamento da metalli pesanti” nel corso di un  tavolo che è stato convocato questa mattina. Dopo i controlli sulla falda e un monitoraggio dei terreni in prossimità dell’opificio Zincherie Adriatiche occorreva una riflessione.
 
Le rilevazioni Arpa e Asl parlano chiaro: alcuni valori sono al di sopra della norma. Le sostanze rilevate sono potenzialmente cancerogene, sia chiaro, e gli accertamenti non finiranno qui. In particolare, la Provincia intende chiedere agli uffici tecnici dei Comuni interessati di svolgere specifiche attività d’indagine nel raggio di un chilometro per avere un quadro completo dei siti industriali presenti nell’area.