«Non può che far piacere constatare che oggi la politica si fa con le persone e non più con ‘simboli’ di partiti non più rappresentativi delle istanze sociali! Oggi, infatti, è proprio l’affermazione delle varie leadership personali dei ‘Governatori’ delle Regioni (Emiliano, Zaia, De Luca, Toti come ultimi esempi) che conferma la superata ed ipocrita idea che sia un ‘simbolo’ e non un ‘progetto’ a marcare una antica – e questa sì mai sopita – divaricazione tra modelli di governo e sviluppo sociale a cui si intende guardare! La politica deve aggregare persone in carne ed ossa attorno ad un ‘progetto politico’ vero e credibile per il governo del territorio».
Se il Partito Democratico è risultato vincitore delle elezioni regionali e amministrative del 20 e 21 settembre, non c’è dubbio che il merito sia del cambio di passo e forse perché no anche della nuova leadership di Zingaretti. A dare meriti a quel partito in cui ha militato per tanti anni è un politico di razza come Flavio Fasano che dalla sua Gallipoli analizza i risultati elettorali.
«A Gallipoli, Emiliano ottiene ben 4.984 voti, pari al 53,49% con 835 schede votate col solo Presidente (ed in Puglia ha vinto con il 46,78% contro il 38,93% di Fitto): è stata anche a Gallipoli, come in tutta la Puglia una piena e meritata affermazione personale di Michele Emiliano che ha pienamente confermato la sua leadership ben oltre le stesse liste che lo sostenevano: a lui va quindi il forte merito! Da questa ‘fotografia’ del voto in città, leggo ancora l’ottima e meritata affermazione di Donato Metallo con ben 1.193 preferenze personali sui complessivi 1.715 voti del PD; a queste vanno aggiunte le altre 298 preferenze personali conseguite da Loredana Capone, anche queste nel totale complessivo dei già detti 1.715 voti di lista.
La forte e significativa ‘novità’ sta nel constatare che la seconda forza politica cittadina è una ‘civica’ che si attesta al 16,45% e che vede, al suo interno, in due soli candidati concentrati ben 1.270 voti dei complessivi 1.395: Antonio Raone (944) ed Alessandro Delli Noci (326)».
Insomma il Pd ritorna a vincere perché mette in soffitta l’errato convincimento che basti sbandierare il simbolo per prendere il voto dei cittadini e ritorna a puntare sulle persone, sulle varie leadership, sui programmi fatti di volti conoscibili e riconoscibili.
Saranno questi gli ideali che lo spingeranno a ricandidarsi a sindaco della Città Bella sempre con la lista ispirata dall’associazione Gallipoli Futura:
«Gallipoli Futura è e resterà sempre un’associazione civica, la cui unica – ma vera! – discriminante è quella dell’antifascismo; un’associazione che ‘include’ e non ‘esclude’ e che rispetta le singole opinioni di tutti ma che fa sintesi forte e netta sui programmi e le strategie da compiere per lo sviluppo sociale, morale ed economico della nostra Gallipoli: per questo daremo vita ad un’aggregazione civica, di donne ed uomini, senza alcun simbolo di partito, con l’unico intento di ottenere la fiducia dei gallipolini per governare per loro e con loro questa martoriata Gallipoli».